RADICALI ROMA

Lo stadio, l’interesse privato e quello pubblico in una città bloccata dalla paura degli appalti

di Simone Sapienza

Al netto delle posizioni dei singoli indagati sullo #StadioDellaRoma che, come si dice, chiarirà la magistratura, e oltre il lancio di merda reciproco tra partiti ad ogni nuova inchiesta anche trasversale come questa… 2 concetti generali di cui magari fare tesoro, e che sento sempre solo dai Radicali (Francesco Mingiardi, Paolo Violi, Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli)

1. Nelle opere pubbliche le istituzioni hanno il compito di pianificare e controllare che ad un legittimo interesse privato corrisponda un sufficiente interesse pubblico. Quando l’interesse pubblico non è coltivato nel modo corretto (nel caso dello stadio mancavano completamente le compensazioni, come denunciato da più di 1 anno) deve suonare l’allarme, perché è quasi scontato che l’interesse privato si incunea a convincere chi quell’interesse pubblico dovrebbe difendere per ruolo istituzionale. Ruolo che nella maggioranza dei casi, grazie al sistema elettorale delle preferenze, dipende strettamente dalla capacità di rintracciare voto clientelare e dunque drenare risorse e posti di lavoro.

2. Quando per paura della corruzione si blocca tutta la città, scoraggiando o facendo scappare qualsiasi investimento, si rischia l’esito opposto. Ecco perché l’onestà che arriva a congelare tutto è irragionevole. Perché comunque rimane in piedi il resto: il meccanismo costante delle deroghe e le entrature col politico di turno, per oliare quel poco che si muove. Ma se una città la si apre a gare e idee architettoniche, con l’autorevolezza istituzionale di pretende il rispetto dell’interesse pubblico, non si sarà così estinta la criminalità, ma sarà più facile isolarla.