RADICALI ROMA

Mozione generale 2021

Mozione X Roma Democratica e Antiproibizionista
L’Assemblea annuale di Radicali Roma, riunita a Roma il 6 dicembre 2020, udite le relazioni di Segretario e Tesoriere, le approva.

Ringrazia gli organi dirigenti per aver tenuto l’assemblea annuale dell’associazione nei termini statutari previsti garantendo, attraverso la modalità telematica, i principi che regolano la vita dell’Associazione nonché i diritti di tutti gli iscritti.

Sottolinea come l’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19 abbia messo in grave rischio la vita dell’associazione impedendole di poter svolgere la propria consueta attività volta a costruire iniziative concrete di autofinanziamento e iscrizioni. L’uso di strumenti telematici è stato essenziale per alimentare il confronto e il dibattito interno ma non sufficiente a tradurre sul piano politico gli impegni presi nell’ultima mozione approvata. Per questo l’assemblea invita gli organi dirigenti a individuare nuovi e diversi strumenti telematici, sia di iniziativa che di metodo di lavoro, che possano comportare un coinvolgimento maggiore degli iscritti nell’elaborazione delle proposte, delle iniziative e che possano aumentare l’efficacia dell’azione politica.

L’assemblea ribadisce con forza che l’iniziativa politica radicale si declina, per il perseguimento di obiettivi concreti, attraverso l’iniziativa popolare, referendaria, giuridica, e solo in ultimo attraverso l’iniziativa elettorale. Quest’ultima può essere intesa come strumento di lotta e mai come ricerca di un consenso scollegato da precisi obiettivi. Per questo ogni iniziativa elettorale è espressione e strumento di una campagna di lotte e di riforme ma mai fine a sé stesso. L’assemblea riconosce l’importanza del perseguimento di postazioni istituzionali, ma solo in un quadro di leale collaborazione con l’associazione e come strumento degli obiettivi politici dell’associazione.

L’assemblea sottolinea la centralità del dossier “Chi soffoca Roma” come perno della propria analisi e iniziativa. A cinque anni di distanza dalla sua redazione tutti i nodi che soffocano Roma sono ancora da sciogliere. Le amministrazioni che hanno governato Roma negli ultimi 15 anni hanno fallito nello sviluppare politiche a vantaggio dei cittadini. Il tessuto economico e sociale della città si è progressivamente lacerato divaricando le disuguaglianze in un quadro di progressivo impoverimento di ampie fasce della popolazione. I partiti tradizionali hanno delle gravi responsabilità per lo stato in cui si trova la Capitale del paese colpevoli di una rincorsa miope al consenso elettorale privi di una visione a lungo termine in grado di portare la città al livello delle grandi capitali europee.

L’assemblea registra come anche il M5S, arrivato al governo della città sull’onda di una richiesta di cambiamento radicale si sia dimostrato del tutto inadeguato ad affrontare i principali dossier dell’amministrazione. La difesa di interessi corporativi, l’inadeguatezza della classe dirigente a tutti i livelli amministrativi, l’incapacità di dare risposte innovative a problemi atavici hanno caratterizzato l’azione di governo per confusione e approssimazione. L’offerta di trasporto pubblico è ulteriormente diminuita, il ciclo dei rifiuti non solo non è stato chiuso, ma c’è stata una diminuzione della raccolta differenziata, le imprese hanno abbandonato la città, i servizi legati alla manutenzione delle strade e del verde sono completamente saltati così come quelli delle politiche sociali, dell’integrazione e dell’inclusione. Le risposte per quanto riguarda gli strumenti a sostegno del reddito e degli affitti, che pure sono stati messi a disposizione dell’amministrazione, sono state del tutto insufficienti evidenziando ancora una volta i limiti di una macchina burocratica comunale che non si è stati in grado di riformare.

In questo quadro, l’assemblea rileva come la forma di governo e l’assetto istituzionale di Roma Capitale siano del tutto insufficienti a governare i fenomeni complessi di una società in continua trasformazione. La crisi ambientale globale, la rivoluzione digitale, la mancanza di infrastrutture adeguate e l’assenza di una strategia di sviluppo economico sono questioni che si possono provare a governare solo in un ambito di area vasta. La riforma Del Rio che ha definito le aree di competenza della città Metropolitana rimane una riforma sulla carta non essendo stati avviati i procedimenti necessari a darle una piena attuazione. Lo stallo politico a tutti i livelli amministrativi e politici non consente di immaginare un nuovo assetto del territorio che insiste sul Comune di Roma e su Roma Città metropolitana che possa rispondere in maniera adeguata alle sfide del futuro. Il rischio è che il prossimo sindaco di Roma come i prossimi presidenti di Municipio, non potranno essere messi nelle condizioni di realizzare politiche efficaci che diano risposte ai molteplici problemi che vivono i cittadini.

L’assemblea evidenzia come per superare l’attuale stallo sia necessario coinvolgere tutta la cittadinanza e creare un movimento di popolo consapevole dei limiti dell’assetto attuale del Comune di Roma e che al contempo spinga la politica e le istituzioni a dare risposte concrete nell’interesse generale.
Per questo l’assemblea dà mandato agli organi dirigenti di intraprendere una iniziativa referendaria nel solco dell’ultimo periodo del comma 22 dell’art.1 della legge 7 aprile 2014, n. 56 che consegna in capo al Comune capoluogo la facoltà di “realizzare la ripartizione del proprio territorio in zone dotate di autonomia amministrativa, in coerenza con lo statuto della città metropolitana.” Per realizzare questa iniziativa referendaria è necessario costruire un’ampia coalizione che coinvolga partiti, associazioni, Presidenti di Municipio, società civile, mondo economico e universitario. La Greater London nel 2000 e la trasformazione della città di Berlino in Regione nel 1995, passarono al vaglio del voto referendario.
L’iniziativa referendaria è concepita anche come strumento di iniziativa rivolto al Parlamento affinché venga approvata la legge elettorale per l’elezione diretta del Sindaco metropolitano. Esistono in parlamento diversi progetti di legge depositati che però attendono di essere discussi e calendarizzati. E’ tempo che la politica decida in tal senso e consegni definitivamente legittimità democratica all’Istituzione della Città Metropolitana.

L’assemblea ricorda come quattro anni fa l’associazione fu soggetto protagonista insieme a Radicali Italiani e all’Ass. Luca Coscioni della raccolta firme a sostegno della proposta di legge Legalizziamo! per la regolamentazione della produzione, consumo e commercio della cannabis e dei suoi derivati anche per fini non medico-scientifici. A quattro anni dal deposito la legge non è ancora stata discussa dal Parlamento. Eppure il 3 novembre oltre alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti si sono tenuti numerosi referendum statali per la legalizzazione della cannabis anche a fini ludici. Nel mondo si stanno affermando le politiche antiproibizioniste con risvolti positivi nell’economia, sul sistema giustizia, nella lotta alla criminalità, sulla sicurezza urbana e nella prevenzione. Dopo il successo della campagna Meglio Legale e le disobbedienze civili della campagna Io Coltivo, che ha visto come protagonisti militanti, attivisti radicali e semplici cittadini su tutto il territorio nazionale seppur senza evidenti risultati concreti, è giunto il tempo di attivarci come radicali anche sul piano più strettamente politico. Le città, per i risvolti drammatici che comporta il consumo illegale delle sostanze stupefacenti a livello locale, possono essere degli attori importanti per alzare il dibattito nell’opinione pubblica e stimolare il Parlamento al rispetto dell’iniziativa popolare.

Per questo l’associazione ritiene essenziale nelle more delle interlocuzioni in corso per le prossime elezioni amministrative porre la questione antiproibizionista come centrale rispetto alle scelte che andranno a determinare i candidati sindaco e dà mandato agli organi dirigenti di intraprendere una campagna per Roma Città Antiproibizionista che abbia come obiettivo, anche attraverso la costruzione di un’alleanza globale delle città antiproibizioniste, di costringere il Parlamento a calendarizzare e approvare la PdL Legalizziamo!

La visione antiproibizionista sulla città si declina in termini di sradicamento della criminalità organizzata che ormai detiene il controllo di intere porzione del territorio cittadino, di governo del fenomeno della movida in contrasto alle ordinanze che chiudono la vita notturna, di politiche di sviluppo economico di vantaggio per quei territori che stanno attraversando una vera e propria depressione economica, di contrasto all’usura e al riciclaggio che mietono numerose vittime tra piccoli e medi esercenti, di politiche di rigenerazione urbana che possano essere elemento portante di un mix di interventi volti a creare nuove opportunità di impresa e che sappiano utilizzare al meglio le sinergie pubblico/privato. La visione antiproibizionista si declina ancora come trasparenza dell’amministrazione soprattutto nel presente della rivoluzione digitale (Big Data-intelligenza artificiale), nel rispetto dello stato di diritto e dei diritti politici dei cittadini, nel contrasto all’utilizzo dei dati biometrici dei cittadini volti a implementare politiche di sorveglianza generalizzata e più in generale nel contrasto a politiche securitarie che chiudono gli spazi di aggregazione e di socialità senza offrire infrastrutture culturali adeguate alla trasformazione della città in atto e in parte già avvenuta.

L’assemblea, per dare corso alla visione antiproibizionista e costruire le iniziative più opportune, dà mandato agli organi dirigenti di inaugurare una fase costituente che coinvolga militanti e iscritti, aperta al contributo del mondo associativo che in questi anni ha svolto un ruolo importante di supplenza rispetto all’assenza dell’amministrazione cittadina. Per questo è necessario rivedere alcuni modelli organizzativi volti a superare il modello verticale di concezione radicale per implementare in maniera altrettanto radicale strumenti e pratiche di condivisione che consentano una positiva circolazione delle idee. Valorizzare le persone, renderle protagoniste dei processi decisionali, responsabilizzare e valorizzare la complessità attraverso l’ascolto sono elementi cardine per innovare metodi e strumenti del fare politica e della democrazia.

L’assemblea evidenzia come il dibattito sul futuro sindaco sia del tutto insufficiente rispetto al declino che la città sta vivendo. Le conseguenze della pandemia saranno devastanti dal punto di vista sociale ed economico con forti ricadute anche sulla tenuta democratica delle Istituzioni. Il coordinamento del centro sinistra deve necessariamente trasformarsi in un percorso di partecipazione pubblico, trasparente, aperto a tutte le energie positive della Capitale, con regole certe d’ingaggio che rappresentino un modello stabile e affidabile per la formazione della scelte elettorali e per il dialogo successivo alle elezioni.
Il salto di qualità necessario del confronto tra partiti e società è essenziale per offrire ai cittadini la possibilità di vivere l’impegno civile nella speranza di un futuro migliore. Il metodo da costruire non è semplicemente un orpello ma tratto caratteristico e imprescindibile per sconfiggere le destre e i populismi.

L’assemblea afferma con forza il carattere laico e femminista dell’associazione nonché la centralità dell’iniziativa giuridica come pienamente politica per il rispetto dello stato di diritto e del diritto europeo e dà mandato agli organi dirigenti di proseguire le iniziative giuridiche incardinate per quanto riguarda il rispetto della sentenza del Tar in merito al risultato del referendum MobilitiamoRoma, e le iniziative legate alle concessioni balneari con particolare riguardo anche alla recente campagna di Radicali Italiani “Un mare di opportunità” per la messa a gara delle stesse e al diritto all’oblio delle donne che abbiano operato l’interruzione di gravidanza.

L’assemblea richiama gli organi dirigenti a proseguire nelle attività a sostegno delle iniziative per il superamento dei campi rom anche alla luce dell’ordine del giorno recentemente approvato in Assemblea Capitolina grazie alla nostra iniziativa portata avanti insieme all’Associazione 21 luglio e a seguire le questioni legate ai flussi migratori che impattano sulla città in termini di servizi all’accoglienza e integrazione.

L’Assemblea, preso atto che il tema del contrasto alle discriminazioni di genere in tutte le sue declinazioni, dalla parità di condizioni nella vita professionale e politica fino all’utilizzo di un linguaggio non sessista, è al centro del dibattito pubblico a livello nazionale e internazionale e ha animato il dibattito interno all’Associazione negli ultimi mesi, impegna gli organi dirigenti, anche alla luce del Piano d’azione per la parità di genere presentato recentemente dalla Commissione Europea, a organizzare incontri e seminari sia interni che di carattere pubblico, finalizzati a ricavare spunti per iniziative politiche, nonché a comprendere e superare i meccanismi volontari o involontari, anche interni all’Associazione, che si ricollegano a comportamenti discriminatori.

L’assemblea impegna gli organi dirigenti a convocare un’assemblea straordinaria che abbia in oggetto le modifiche statutarie che hanno nutrito il dibattito precongressuale, da tenersi in presenza non appena sarà superata l’emergenza sanitaria.
L’assemblea ribadisce il carattere di associazione territoriale di Radicali Italiani e in quanto tale la propria natura di strumento delle iniziative del movimento nazionale. Per questo dà mandato agli organi dirigenti di sostenere le campagne “Chiudiamo i conti con il passato” e “Un mare di opportunità” anche dando vita ad iniziative che abbiano come obiettivo la completa bonifica del sito del bacino del fiume Sacco, la messa a gara delle concessioni balneari di Ostia nonché l’abbattimento del lungo muro così da aprire una nuova stagione di opportunità e di crescita economica per uno dei più grandi Municipi di Roma.

L’assemblea fissa la quota di iscrizione a 30€, quota consigliata 50€.