“Il report dell’Osservatorio sui conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli sullo stato del trasporto pubblico locale in Italia, pubblicato oggi da Affari e finanza, è la presa d’atto di una situazione del tutto fallimentare, in cui il modello dell’erogazione del servizio da parte di imprese di capitali pubbliche non riesce a garantire livelli minimi di efficienza a fronte di costi enormi per la collettività. Il primato negativo, neanche a
dirlo, spetta a Roma. Il confronto con le altre capitali europee è impietoso. Il dato che però spaventa di più è quello degli investimenti: pochi milioni di euro a Roma negli ultimi anni a fronte di milioni o addirittura miliardi allocati dalle più virtuose capitali europee. Dunque nessuna prospettiva di miglioramento nei prossimi anni, anche perché gran parte delle risorse future di ATAC -se mai ve ne saranno, stando ad un trend che in pochi anni ha prodotto quasi un miliardo di perdite – saranno assorbite interamente dalla copertura dei debiti pregressi della S.p.A. pubblica ATAC. Eppure la giunta Raggi continua a promettere un rilancio del servizio spacciando per risanamento dell’azienda quella che è soltanto una procedura fallimentare. È questo il risultato di imprese orientate non alla qualità del servizio ma alla produzione del consenso elettorale attraverso bacini di preferenze e riserve per allocare poltrone e premi. Così la politica finanzia se stessa secondo una logica che è la quintessenza dell’interesse privato contro l’interesse pubblico. In questo contesto, il referendum del prossimo 11 novembre per la messa a gara della gestione del Tpl nella Capitale propone di togliere alla politica il giocattolo di ATAC per privilegiare la pianificazione di un servizio tarato finalmente sulle esigenze dei cittadini: un modello che restituisca all’amministrazione il pieno controllo sui gestori del servizio, pubblici o privati che siano. Non c’è occasione migliore del referendum per attribuire ai cittadini la facoltà di inchiodare l’amministrazione alle sue responsabilità, perché quando c’è pubblica consapevolezza c’è pubblica rendicontazione delle scelte politiche. Riteniamo quindi cruciale che i cittadini siano adeguatamente informati, attraverso i canali istituzionali ma anche dai media, su questo voto. Mobilità significa libertà, salute e sicurezza: in una parola, benessere. Far sapere che oltre due milioni di cittadini sono chiamati a esprimersi su questi temi è fondamentale per guadagnare campo su una politica sempre più lontana dai problemi delle persone”.
Così in una nota i promotori del referendum Mobilitiamo Roma e presidenti del comitato per il Sì Riccardo Magi, Alessandro Capriccioli e Francesco Mingiardi.