RADICALI ROMA

100 passi – Testamento biologico. A Roma i cittadini lo chiedono e il sindaco Marino sostiene la proposta di un registro comunale

Se non ora quando Sanità e la Consulta di Bioetica dicono no al tabù politico sulla morte e chiedono il rispetto delle dichiarazioni anticipate di volontà

fine vita

Roma, ieri nella sala della Protomoteca del Campidoglio è stato rotto il silenzio assordante e riaperto il dibattito pubblico sul rispetto dell’autodeterminazione dei cittadini nella fase più delicata della vita, quella del morire. Dopo l’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il 18 marzo scorso, a rispettare le scelte del fine vita, ieri un’assemblea pubblica ne ha discusso in Campidoglio. Convocata  da Se non ora quando Sanità, capitanata da Maura Cossutta, medico ed ex parlamentare e dalla Consulta di Bioetica, ha visto l’adesione della Chiesa valdese di Roma, delle associazioni  Liberauscita, l’Uaar, Luca Coscioni e molte altre. Tra le richieste quella di sottoscrivere il documento proposto dalla Consulta di Bioetica e di  sostenere la calendarizzazione in Aula, al Comune di Roma, della delibera popolare, per l’isitituzione di un archivio pubblico che raccolga e autentichi le dichiarazioni anticipate. Una richiesta semplice in apparenza, che è già stata approvata in 125 comuni italiani, e a Roma, in due municipi, ma che è osteggiata politicamente dal 2009, da quando l’ufficio di Gabinetto del sindaco Gianni Alemanno espresse parere contrario, perchè materia di pertinenza del Parlamento. Non è così sul piano tecnico-legale, ha precisato ieri, Riccardo Magi, il consigliere comunale radicale, eletto nella lista civica per Marino. Il Parlamento dovrà preoccuparsi di regolare ed uniformare a livello nazionale le modalità e l’obbligo di riconoscere valore legale alle volontà dichiarate in un testamento di fine vita, mentre il registro comunale deve solo accogliere, autenticare e conservare delle dichiarazioni private, ha precisato Giampiero Sestini di Liberauscita, che chiede anche la messa in rete informatizzata di tutti gli archivi comunali.  La proposta del registro è sostenuta dal  sindaco Ignazio Marino, che in una lettera inviata ieri all’assemblea cittadina, ha anche rilanciato l’auspicio per l’approvazione in Parlamento di una legge sul testamento biologico. Il sindaco di Roma, ha inoltre ricordato la testimonianza umana e civile di Piergiorgio Welby ed il loro incontro. “Un uomo, ha scritto Ignazio Marino che ci ha spinti a scavare nel nostro animo più profondo.” Fu proprio il caso Welby a svelare il vuoto giuridico e in parte a colmarlo con le ipotesi accusatorie della Procura di Roma, contro l’anestesista Mario Riccio, poi cadute, ma come ha ricordato, ieri, la filosofa Caterina Botti della Consulta di Bioetica il rispetto delle volontà dichiarate anticipatamente non è solo il riconoscimento legale o burocratico all’autonomia della persona, ma anche un dovere morale verso una richiesta di aiuto a non soffrire più, che nessun atto medico può tradire. Il tabù della morte abita il mondo medico come quello politico.  Discutere di questi temi è difficile anche a Roma e anche nel centro sinistra potrebbe non essere facilmente superabile.Riccardo Magi, rende noto che dopo il precedente negativo, lo scorso gennaio il parere del capo di Gabinetto è stato positivo, ora la delibera passa all’esame della commissione Politiche sociali, presieduta da Erica Battaglia e da quella Legalità e diritti, presieduta da lui, poi da qui la richiesta di un ordine del giorno ai capigruppo, per calendarizzarla in Aula, ma i tempi sono imprevedibili. A Roma, da ieri è comunque ripartito il dibattito pubblico plurale e laico come hanno auspicato gli organizzatori  dell’assemblea, che include, ha ribadito Antonio Adamo, pastore della Chiesa Evangelica valdese di Roma, la cultura cristiana del pensiero semplice : l’amore reale per il nostro prossimo, oltre qualunque differenza di pensiero, che l’etica cristiana deve saper riconoscere.