RADICALI ROMA

Al Globe Theatre “più cultura e meno paura !” con “Othello”, uno splendido raggio di luce in un’opaca Estate Romana. di Lucio De Angelis

 

Al Globe Theatre “più cultura e meno paura !” con “Othello”, uno splendido raggio di luce in un’opaca Estate Romana.

di Lucio De Angelis

Daniele Salvo, il regista di “Othello” in scena al Globe Theatre dal 7 al 14 agosto e dal 18 al 30 agosto, dà ampia dimostrazione con questa regia di come si possa mettere in pratica uno slogan “Più cultura e meno paura !”, che è in questi giorni sui manifesti della nostra città per pubblicizzare le iniziative del Municipio dell’EUR.

Non voglio polemizzare sullo slogan, ma semmai ribadirlo, perché con “Othello” il regista fa dell’ottimo teatro e, quindi, cultura, scegliendo un testo immortale, nella splendida traduzione di Salvatore Quasimodo, ed un team di attori per dirigerli con arte e passione nella sua rispettosa interpretazione senza “riletture bislacche”.

Cultura” e “teatro” che fanno uscire la gente “assetata” dalle case, buttando alle spalle la paura e richiamando in un teatro “esaurito” anche tra gli spettatori Maestri del palcoscenico del calibro di Umberto Orsini.

Bravi, veramente bravi, quindi, Daniele Salvo, Stefano Alessandroni (Othello), Gianluigi Fogacci (Jago), Melania Giglio (Desdemona), Giorgio Lupano (Cassio) e tutti gli altri componenti del cast.

Othello” è una tragedia – forse l’unica di Shakespeare – in cui il sistema sociale e politico rimane intatto fino alla fine. Non c’è nessuna ribellione armata contro il potere costituito ed è per questa ragione che viene detta “tragedia domestica”.

La Venezia del tempo, luogo del magico e dell’esotico, è considerata la porta dell’Oriente: Othello è il simbolo dello straniero, del forestiero, del diverso inserito in una società gerarchica e patriarcale.

La guerra è in atto: l’insicurezza interiore dei personaggi del dramma è riflessa nell’insicurezza dello Stato. Siamo in un momento di pieno declino di una grande società mercantile. Il concetto di “reputazione” e “posizione sociale” in questo momento storico è fondamentale per l’individuo. Ma Othello, perdendo il controllo della propria emotività, perde il potere e il rispetto di tutti, sacrifica la propria importante posizione sociale e si sottrae improvvisamente alla consuetudine di un sistema che affonda le sue fondamenta nella menzogna.

Othello dice la verità, o almeno crede. Desdemona, donna di grande moralità e coraggio è la sua vittima sacrificale. Nella società puritana e moralista dell’epoca, fugge con il Moro, il diverso.

Il Bardo trasferisce una fortissima carica sensuale su un essere “diverso” da sé e da ogni inglese del tempo, un essere che viene genericamente definito “il Moro”. Così facendo può liberamente esplorare il regno della carnalità, del “possesso dei corpi”, della gelosia sfrenata, senza colpevolizzazioni da parte del puritanesimo del tempo.

Il letto, luogo in cui si nasce, si dorme, si fa all’amore, si giace malati, si muore, diviene simbolo di un voto tradito: Othello, uomo vincente e sicuro di sé, viene persuaso da Iago della malafede di Desdemona. Il Moro semplicemente agisce ciò che Iago pensa.

Un elemento di grande modernità del testo è il concetto di privato trasformato in pubblico. Oggi grazie ai media il concetto di “privato” vacilla e quasi non esiste più. E’ una realtà di telecamere, telefoni, televisioni e corpi in vetrina. E’ ciò che Umberto Galimberti definisce “la pornografia e la prostituzione del proprio intimo”.

La vita intima di Othello viene sbattuta sulla pubblica piazza, diviene preda delle intromissioni indecenti da parte di estranei. Othello non è un “nero geloso”. E’ un essere tutto d’un pezzo, grande sia nel coraggio che nella fragilità. Sono la sua ingenuità e la sua fierezza a portarlo alla rovina e all’omicidio. La grande colpa di Othello non è la gelosia. E’ l’ingenuità.

Il prossimo ed ultimo spettacolo in programma sarà: “La Bisbetica domata” per la regia di Marco Carniti, traduzione di Masolino D’Amico, dal 4 al 20 settembre 2009.

TEATRO: Globe Theatre

CITTA’: Roma

TITOLO: Othello

AUTORE: William Shakespeare

REGIA Daniele Salvo

TRADUZIONE Salvatore Quasimodo

COSTUMI Silvia Aimonino

SCENE Fabiana Di Marco

MUSICHE ORIGINALI Marco Podda

COLLABORATORE AI MOVIMENTI E MAESTRO D’ARMI Antonio Bertusi

ASSISTENTI ALLA REGIA Francesca Cioci, Roberto Saura,

PRODUZIONE Politeama Srl

Interpreti

(in ordine alfabetico)

OTHELLO Stefano Alessandroni

EMILIA Francesca Ciocchetti

RODERIGO Pasquale Di Filippo

IAGO Gianluigi Fogacci

DESDEMONA Melania Giglio

BRABANZIO, GRAZIANO Miro Landoni

CASSIO Giorgio Lupano

BIANCA Loredana Piedimonte

MONTANO, PRIMO SENATORE Francesco Sala

DOGE DI VENEZIA, LUDOVICO Massimiliano Sbarsi

SENATORI, MESSI, ARALDI, UFFICIALI, GENTILUOMINI, MUSICANTI

Marco Bonadei, Elio D’Alessandro, Fulvio Filoni, Marco Imparato, Luca Martone, Raffaele Proietti, Marco Rea, Giulia Rupi e Giuliano Scarpinato