Regione Lazio, Iervolino: Un insulto alle donne Roma, 29 settembre 2009 • Dichiarazione di Massimiliano Iervolino membro della Direzione di Radicali Italiani La proposta dell’onorevole Saltamartini è sbagliata. Le quote rosa sono accettabili in Afghanistan, in Marocco, in Iraq ma non in Italia. E’ una proposta illiberale che non tiene conto del merito ma del sesso, che ragiona per classi e non per doti. E’ un insulto alle donne perché attraverso le “quote rosa” il regime ne sancisce l’inferiorità. Non è attraverso una legge che si risolvono queste questioni, altrimenti dovremmo prevedere un intervento legislativo per avere una società a quote, ma su tutto, dai ministeri, agli enti pubblici, per gialli, bianchi, per le donne di colore e per le donne con i capelli rossi...I partiti si facciano i regolamenti che vogliono ma un intervento legislativo è assolutamente da scongiurare. Milito in un movimento che, senza aver mai avuto bisogno di “quote”, ha visto diverse donne susseguirsi alla segreteria, svolgendo benissimo il loro compito. Proprio la mancanza di sessismo le ha rese più forti, più vere! --------------------------------------------------------------------------- Massari: la legge elettorale del Lazio deve garantire gli elettori, non le elette. 29 settembre 2009 di Dichiarazione di Alessandro Massari, Direzione nazionale Radicali Italiani La richiesta del mantenimento del listino per l’attribuzione di parte dei seggi consiliari, il 50%, fondato su presunte necessità di tutele per donne e territori nasconde una partita tutta politica basata sulla necessità dei partiti, o di alcuni tra essi, di garantire in ogni provincia almeno un eletto. Chi basa il proprio voto su un elettorato clientelare ha la necessità di garantire tutte le componenti territoriali, poiché le liste provinciali devono essere necessariamente collegate alla lista regionale, da Roma a Rieti, da Viterbo a Latina, passando per Frosinone. Se non regge il patto in tutte le province, assicurando in ogni collegio provinciale almeno la possibilità di avere un eletto, si rischia di sgretolare la coesione del voto verso il partito, si legga pure la capacità o volontà dei rappresentanti politici provinciali di far convergere il voto sul simbolo. Allora perché scomodare rappresentanze di genere o di territorio? Basterebbe che le segreterie di partito, nel momento di “nominare” i candidati nelle liste, si ricordino di premiare le donne capaci e le province che compongono la regione. Ma per fare questo si dovrebbe “fare politica”, cioè assumersi l’onere e l’onore della scelta. E’ invece molto più semplice, ed ipocrita, nascondersi dietro lo schermo protettivo della rappresentanza di genere obbligatoria per legge. Noi radicali non ci siamo mai sottratti all’onore e all’onere di candidare politici capaci, senza considerare il loro sesso o la provenienza territoriale. Che poi le donne radicali siano sempre state candidate, elette e molto attive in ogni esperienza istituzionale è la logica conseguenze delle scelte fatte in base al merito ed alle convinzioni e non certo in base alla convenienza. Nel merito, comunque, visto che a parole si vuole mantenere l’attribuzione di parte dei seggi col listino, cioè con un sistema uninominale maggioritario, si ricorda che l’unico sistema elettorale in grado di garantire la maggior presenza femminile e la rappresentanza di tutte le circoscrizioni, è proprio il sistema uninominale maggioritario, con la elezione dei migliori secondi. Ed infatti, a parte gli studi di fattibilità effettuati dalla regione stessa, risultati i cui esiti sono stati positivi e quindi affossati , di questo sistema elettorale non v’è traccia né nel dibattito politico regionale, né in quello istituzionale. Ci si accontenta della ben più misera battaglia sul listino. ________________________________________________________________________ Alessandro Massari Componente della Direzione nazionale di Radicali Italiani Membro del "Comitato di liberazione referendaria -Ernesto Nathan-" fisso: 06 68979273-0667603584