Alla Sala Umberto “Testimoni” bel lavoro di Angelo Longoni.
di Lucio De Angelis
Scrivo, purtroppo a repliche ultimate, di ‘Testimoni’ bel lavoro di Angelo Longoni andato in scena al Teatro Sala Umberto di Roma e liberamente tratto da vicende realmente accadute.
«È da quasi vent’anni, da prima di tangentopoli, che nel nostro Paese è in atto un dibattito molto acceso sul tema della giustizia» dice l’autore, che nel copione, oltre a evidenziare i toni accesi e violenti utilizzati dalla politica per contestare la magistratura, punta a far emergere l’esasperante lunghezza dei tempi della giustizia.
«È praticamente impossibile per il cittadino comprendere le ragioni dello scontro quotidiano che a tutti i livelli ruota attorno ai temi della giustizia – continua l’autore – ‘Testimoni’ è una commedia paradossale, che nel finale scivola in una irrealtà da incubo».
Ne sono stati eccellenti interpreti, capaci di rappresentare perfettamente le tensioni e le ansie dei singoli personaggi, Giampiero Ingrassia, Cesare Bocci e Giuseppe Vettorazzo.
Marco e Franco (Ingrassia e Bocci) sono due testimoni casuali di un omicidio consumatosi all’interno della malavita organizzata, che decidono di riconoscere e denunciare gli assassini e di testimoniare successivamente al processo contro di loro.
I due, in continuo pericolo di vita, vivono nascosti in un luogo segreto, isolati e protetti in attesa di deporre: é uno stanzone disadorno, con due brande, due poltrone, un tavolo e tre sedie.
Il futuro che li attende é sconcertante: dopo aver compiuto il loro “dovere”, sono costretti a sparire, cambiare città, nome, lavoro e identità per preservarsi da eventuali ritorsioni o vendette.
E’ una condizione in cui si trovano decine di persone in Italia, persone che vivono sotto la protezione fornita dallo Stato in una dimensione nella quale la realtà diventa surreale, in un gioco di distacco dalla propria personalità per impadronirsi di un’identità nuova.
La prospettiva che li attende é quella di essere qualcun altro, e non solo anagraficamente, devono infatti cambiare professione, abbandonare i loro affetti, distaccarsi dalle loro famiglie per non mettere a repentaglio anche altre vite.
Inizia così per i due protagonisti un periodo di apprendistato nel quale devono imparare ad essere due persone nuove, coadiuvati da un irritante e implacabile funzionario (Vettorazzo), che ha l’incarico di proteggerli e di addestrarli.
In questa situazione da reclusi i due protagonisti si pongono una serie di interrogativi inquietanti e, allo stesso tempo, comici e paradossali, dal momento che la realtà con la quale si devono confrontare muta di continuo.
Riflettono sull’importanza del loro gesto, scoprendo di trovarsi reclusi e immersi in una bolla di surrealtà e le domande si susseguono: chi era realmente la persona che hanno visto uccidere, era un innocente o un poco di buono? Le notizie diffuse dai giornali corrispondono al vero? Chi si occupa della loro protezione dice la verità? Ma soprattutto la giustizia esiste?
Indie Occidentali
Giampiero Ingrassia , Cesare Bocci e Giovanni Vettorazzo
in
TESTIMONI
Scritto e diretto da Angelo Longoni