Interpellanza
Al Presidente del consiglio dei ministri
premesso che:
– L’art. 78 del DL 25 giugno 2008, n.112, convertito dalla Legge 6 agosto 2008, n. 133, dispone la nomina del Sindaco di Roma a “commissario straordinario del Governo per la ricognizione della situazione economico-finanziaria del Comune e delle società da esso partecipate…..e per la predisposizione ed attuazione di un piano di rientro dall’indebitamento pregresso”;
L’art. 5, comma 1, del DL 7 ottobre 2008, n. 154, convertito dalla Legge 4 dicembre 2008, n. 189, provvede alla assegnazione di un contributo ordinario di 500 milioni per l’anno 2008, “finalizzato al rimborso alla Cassa depositi e prestiti della somma erogata a titolo di anticipazione finanziaria ai sensi dell’art 78, comma 8, del DL 25 giugno 2008…. Al rimborso provvede direttamente il Ministero dell’economia e delle finanze, in nome e per conto del Comune di Roma.”;
– L’art. 5, comma 3, del DL 7 ottobre 2008, n. 154, convertito dalla Legge 4 dicembre 2008, n. 189, dispone inoltre che “In sede di attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, a decorrere dall’anno 2010 viene riservato prioritariamente a favore di Roma Capitale un contributo annuale di 500 milioni di euro, anche per le finalità previste dal presente comma, nell’ambito delle risorse disponibili”;
– Con DPCM del 5 dicembre 2008 – il cui testo non è stato pubblicato in GU – viene approvato il piano di rientro e l’individuazione delle coperture;
– A seguito dell’approvazione di un emendamento in occasione dell’esame parlamentare del ddl di conversione del DL 2/2010, viene inserito, all’art. 4, il seguente comma:
– “8-bis. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, e’ nominato un Commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro di cui all’articolo 78 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito,con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni, gestito con separato bilancio e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2008. A partire dalla data di nomina del nuovo Commissario, il sindaco del comune di Roma cessa dalle funzioni di Commissario straordinario del Governo per la gestione dello stesso piano di rientro. Il Commissario straordinario del Governo procede alla definitiva ricognizione della massa attiva e della massa passiva rientranti nel predetto piano di rientro. Per il comune di Roma, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono fissati i nuovi termini per la deliberazione del bilancio di previsione per l’anno 2010, per l’approvazione del rendiconto relativo all’esercizio 2009, per l’adozione della delibera di cui all’articolo 193, comma 2, del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e per l’assestamento del bilancio relativi all’esercizio 2010. Ai fini di una corretta imputazione al piano di rientro, con riguardo ai commi 2, 3 e 4 dell’articolo 248 e al comma 12 dell’articolo 255 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, il primo periodo del comma 3 dell’articolo 78 del decreto-legge n. 112 del 2008,convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, si interpreta nel senso che la gestione commissariale del comune assume, con bilancio separato rispetto a quello della gestione ordinaria,tutte le obbligazioni derivanti da fatti o atti posti in essere fino alla data del 28 aprile 2008, anche qualora le stesse siano accertate e i relativi crediti siano liquidati con sentenze pubblicate successivamente alla medesima data»;
l’approvazione dell’emendamento al DL 2/2010 è stata notoriamente e pubblicamente voluta e sollecitata dalla stessa amministrazione capitolina, a fronte della sua evidente incapacità nel gestire la situazione del bilancio, nonostante i numerosi provvedimenti adottati a livello governativo – e citati in premessa – compresa la nomina a commissario straordinario del sindaco Alemanno e l’approvazione del piano di rientro, avvenuta all’inizio di dicembre 2008;
– numerosi articoli di stampa denunciano uno stato di grave pericolosità della situazione economica e finanziaria del Comune di Roma (il Sole 24 ore del 3 marzo parla di un debito di 12 e più miliardi di euro), mentre altri articoli fanno riferimento al mancato impegno – in assenza della manovra di bilancio per il 2010 – per una serie di servizi di pubblica utilità che non potranno così essere erogati ai cittadini;
-in ogni caso, la situazione appare precipitare in tempi rapidissimi: si è passati dai 6,8 miliardi di debito attribuiti alla precedente Giunta, ai 9,5 miliardi denunciati da Alemanno al momento del suo insediamento, agli attuali paventati 12 miliardi; il tutto in una situazione di totale mancanza di informazione e trasparenza, senza che sia stato mai pubblicato dal Commissario Alemanno il bilancio straordinario del Comune, quello dedicato al risanamento, malgrado il Parlamento, in sede di approvazione del decreto 2/2010, abbia approvato un ordine del giorno che lo impegnava a farlo;
per sapere
– Quale sia ad oggi l’effettiva entità del debito del comune di Roma, e come esso sia composto;
-in particolare se, in base alle informazioni di cui è in possesso il governo, corrisponde a verità che il debito sia aumentato di oltre 3 miliardi di euro in regime di commissariamento tuttora in corso affidato allo stesso sindaco Alemanno, rispetto alla quantificazione ufficiale delle passività rilevate per il periodo antecedente al 28 aprile 2008. Quantificazione, che egli aveva fornito ufficialmente nel settembre 2008, di 1,8 miliardi di euro di “extradeficit” da sommare a un debito di ammortamento pari a circa 6,9 miliardi di euro, per un disavanzo complessivo di circa 8,6 miliardi di euro.
– se sia stata messa in atto da parte dei Ministeri dell’Interno e dell’Economia l’attività di monitoraggio e di controllo sull’attuazione del piano, espressamente prescritta dall’art. 6 comma 1 del DPCM 5 dicembre 2008, che prevede la comunicazione trimestrale da parte dell’autorità commissariale dei flussi di cassa, degli incassi e dei pagamenti. In caso affermativo, cosa risulti da tali relazioni non essere stato messo in opera rispetto a quanto previsto nel piano di rientro.
Se non ritenga che tutte le informazioni relative al bilancio degli enti locali, ai sensi del TUEL, dovrebbero essere portate a conoscenza dei cittadini, e che questo valga in particolare nel caso di Roma, il cui statuto peraltro già recepisce tale principio, considerata la situazione di preoccupazione ed incertezza fortemente avvertita dalla cittadinanza romana; preoccupazione aggravata anche dalle recenti affermazioni pubbliche del Commissario straordinario del governo e dell’assessore al Bilancio, Maurizio Leo (che è anche deputato Pdl), che hanno candidamente dichiarato di aver perso il polso della situazione e di aver bisogno della nomina di un nuovo commissario per ri-quantificare la massa attiva e quella passiva.
Se in ultimo, a giudizio del Presidente del Consiglio, non si appalesi dietro le complesse e talora oscure procedure sopra menzionate un’operazione tendente a trasferire allo Stato il debito del Comune di Roma, anche quello prodotto e accumulato dalla Giunta in carica, con ciò dando al presunto risanamento delle finanze capitoline il valore di un intervento a carico dei contribuenti italiani, senza dunque attivazione alcuna di quella strategia del buongoverno a cui, fin dall’inizio del mandato, si è voluta richiamare il Sindaco Alemanno.
Emma Bonino
Luigi Zanda
Lucio D’Ubaldo
Riccardo Milana
Lionello Cosentino
Mario Gasbarri
Franca Chiaromonte
Achille Passoni
Donatella Poretti
Claudio Micheloni
Marilena Adamo
Fabrizio Morri
Roberto Di Giovan Paolo
Raffaele Ranucci
Vincenzo Vita
Marco Perduca