RADICALI ROMA

Il Messaggero – Ama, stretta su poltrone e dirigenti

di Michela Giachetta, Fabio Rossi

Da oggi il numero delle direzioni scende da dieci a tre. I Radicali presentano un esposto alla Corte dei Conti sul flop Con il piano varato da Fortini esuberi anche tra i manager della raccolta: «In 10 anni mai raggiunti gli obiettivi previsti»

IL CAMBIO

Tre direzioni invece di dieci all’Ama, con l`esubero di tre dirigenti «e una situazione in cui potremo finalmente fare a meno di consulenze esterne e interim», come dicono in via Calderon de la Barca. Il nuovo corso dell`azienda, voluto dal presidente Daniele Fortini, passa dalla macrostruttura, che il manager ha deciso di alleggerire notevolmente, accorpando le direzioni in tre grandi aree. Un accorpamento che parte da oggi, con l`arrivo degli ordini di servizio che sanciranno anche l`esubero di Vittorio Borghini, Lorenzo Allegrucci e Paolo Passi: tre dirigenti vicini al centrodestra, che parla apertamente di «spoil system».

L`ESPOSTO

In díecí anni, dal 2003 a12012, Roma non ha mai raggiunto gli obiettivi di raccolta differenziata, previsti dalla legge. Una situazione di «illegalità» che ha comportato un danno erariale di oltre 100 milioni. «Stima al ribasso», sottolineano i radicali Riccardo Magi, consigliere comunale della Lista civica Marino e il segretario dei Radicali Roma, Paolo Izzo, che hanno presentato sul tema un esposto alla Corte dei Conti. Nel dettaglio, a Roma nel 2003 si è arrivati al 10,75% di raccolta differenziata, nel 2004 al 13,53%, nel 2005 al 15,86%. In quel triennio l`obiettivo fissato dalle varie normative che si sono succedute era il 35%, salito al 40% nel 2007, al 45% nel 2008, fino al 60% nel
2011. Nel 2006 la Capitale si è fermata sotto al 17% di raccolta differenziata, percentuale superata di poco nel 2007. Per raggiungere il 25% si è dovuto aspettare il 2012. In quello stesso anno è stato poi firmato il cosiddetto Patto per Roma, che ha previsto nuove soglie per la Capitale: il raggiungimento del 30% di raccolta differenziata entro il 2012, il 40% nel 2013 e il 50% entro il 2014 (oggi la percentuale dovrebbe essere attorno al 40%). Tutte le cifre sono allegate all`esposto.

I COSTI

Secondo i Radicali, a Roma il mancato raggiungimento negli anni di quegli obiettivi stabiliti dalla normativa ha causato un danno erariale milionario, di quasi 120 milioni per l`esattezza. Cifra stimata tenendo conto di tre diversi fattori. Il primo sono i maggiori costi per il conferimento in discarica del materiale che avrebbe dovuto essere oggetto di raccolta differenziata. «Queste spese – spiega Magi – sono state sostenute a titolo di “tariffa smaltimento rifiuti”, la cosiddetta ecotassa, che si paga, appunto, per ogni tipo di rifiuti conferito in discarica». Il secondo fattore è l`addizionale del 20% sull`ecotassa, introdotta nel Codice dell`ambiente del 2006 per i trasgressori, dovuta per il mancato raggiungimento degli obiettivi di riciclo. La somma di queste due voci, secondo i Radicali,
ammonta a circa 55 milioni, parte del danno erariale.

TRASFERIMENTO FUORI REGIONE

Vanno poi aggiunti, puntualizza Magi, «i costi per il trasferimento fuori regione di parte dei rifiuti dopo la chiusura di Malagrotta, quindi i 38,8 milioni del bando ponte di Ama da settembre a marzo e i 25,5 milioni del bando ordinario assegnato a marzo». «Costi che sarebbero stati decisamente più bassi, se Roma Capitale avesse raggiunto le percentuali di differenziata, previsti dalla legge», si sottolinea nell`esposto. I Radicali hanno chiesto
alla Corte dei Conti di quantificare anche il danno ambientale.