RADICALI ROMA

La Repubblica – Blitz negli stabilimenti balneari, uno su tre non rilascia scontrini

di Flaminia Savelli

Bilancio della guardia di finanza dopo gli interventi in borghese ad Ostia

Stabilimenti balneari nel mirino dei finanzieri per controlli fiscali e verifiche sui lavoratori impiegati in spiaggia. Ma il 30% non batte gli scontrini: questo è il bilancio del primo trimestre sulle operazioni effettuate dal II gruppo della guardia di Finanza a Ostia.  Una vasta operazione organizzata per monitorare il costante flusso di soldi che passa tra i negozi e gli stabilimenti della capitale e che si è aperta lo scorso 4 marzo con un blitz in cui sono finite in manette 16 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. E in quella stessa operazione sono state sequestrate 10 attività commerciali e una delle spiagge più in voga del litorale romano, il Faber Village. Queste attività durante la maxi operazione raggiungevano un valore complessivo di 6 milioni di euro.  Dunque, proseguono ancora le verifiche della guardia di Finanza. E pure le irregolarità: nelle ultime settimane altre 20 strutture balneari sono state esaminate da agenti in borghese, di queste il 30% non è risultata in regola con le emissioni degli scontrini: «Stiamo proseguendo con i controlli sulle mancate emissioni fiscali — dice il colonnello del II gruppo di Ostia, Teodoro Gallone che sta coordinando l’intera operazione — al momento siamo solo all’inizio della stagione e speriamo che con la nostra presenza costante diminuiscano le irregolarità. Il fenomeno tuttavia è sempre presente nonostante le sanzioni, le multe e il rischio di chiusura dell’attività. Abbiamo provveduto a sanzionare gli illeciti e ad aprire un fascicolo per ulteriori verifiche».   Le multe fino a oggi contestate agli imprenditori che rischiano i sigilli ai locali, vanno da un minimo di 189 euro fino a un massimo di 4mila euro. Ma non è finita. Durante le ispezioni è stata accertata anche la regolarità delle assunzioni del personale e il dato, anche in questo caso, è allarmante. Così come durante il trimestre estivo della passata stagione, da giugno a settembre 2013, quando sono stati scoperti 250 impiegati irregolari e 34 lavoratori in nero: «Stiamo facendo un riscontro capillare sui lavoratori impiegati — conclude il colonnello Gallone — e i dati sono ancora molto preoccupanti perché in linea con quelli dell’anno scorso: quello delle irregolarità contrattuali resta un fenomeno assai dilagante». Numeri significativi ma ancora lontani da quelli dell’estate del 2012 quando  durante i blitz dei finanzieri erano risultati irregolari il 60% degli imprenditori: su 5.640 controlli, 2.339 attività non erano in regola. Durante le verifiche erano poi stati sequestrati circa 10mila oggetti senza certificazioni tra occhiali, cellulari, accessori e denunciate 23 persone.