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La Repubblica (ed. Roma) – Città metropolitana, affluenza altissima: al via lo spoglio

A Palazzo Valentini, unico seggio allestito per i 1.685 aventi diritto al voto per eleggere i 24 componenti del consiglio. E’ ancora scontro tra capitale e provincia

Al via lo spoglio dei voti per il Consiglio della Città metropolitana di Roma. Ieri, nel palazzo della Provincia che, da oggi, sarà la sede del nuovo organismo che andrà a governare un territorio di 4 milioni di abitanti, alle 20 c’è stata la chiusura dei seggi. L’affluenza è stata dell’88,67%.

Nei dettagli, al seggio 1 (con popolazione fino a 10.000 abitanti, aventi diritto 863) sono andati alle urne in 718, mentre al seggio 2 (con popolazione superiore ai 10.001 abitanti, aventi diritto 821) hanno votato in 777. Erano chiamati alle elezioni i 1.684 sindaci e consiglieri dei 121 Comuni della provincia romana.

Il Consiglio metropolitano sarà ora composto da 24 consiglieri, 11 espressione della Capitale e 13 dell’hinterland, ai quali andrà aggiunto il sindaco metropolitano, ruolo che spetterà di diritto al primo cittadino di Roma, Ignazio Marino, che dal primo gennaio potrà poi nominare un vice e una serie di consiglieri delegati. Sono eleggibili a consigliere metropolitano i sindaci e i consiglieri comunali in carica.

Ecco le liste partecipanti: Partito democratico, Forza Italia, Movimento cinque stelle, Dalle città uguaglianza e libertà (ovvero Sel più Rifondazione comunista), Territorio e partecipazione (Fdi) e infine Nuovo centrodestra.

Ciononostante, non sono pochi a lamentarsi delle regole che stabiliscono l’accesso alle urne e, soprattutto, il “peso” dei singoli voti. Perché, ad esempio, un consigliere comunale di Roma avrà una rilevanza maggiore rispetto a un suo collega di Albano il cui voto, a sua volta, “peserà” di più in confronto a quello di un consigliere di Affile, comune più piccolo. E al di là delle regole, a tenere banco è, ancora una volta, la polemica tra provincia e capitale sulla scelta del vicesindaco.