RADICALI ROMA

Corriere della Sera (ed. Roma) – Asili nido, il Tar boccia l'aumento delle tariffe

No ai rincari del Campidoglio. De Palo: vittoria a metà. Caos supplenze, rivolta online dei genitori

di Claudia Voltattorni

I passeggini hanno vinto. Stop agli aumenti delle tariffe degli asili nido di Roma. Perché, dice il Tar del Lazio, «deve ritenersi l’illegittimità della delibera con cui, una volta perfezionatosi il procedimento di iscrizione agli asili nido comunali, vengono introdotte modifiche tariffarie più gravose per gli utenti i quali, al momento del perfezionamento dell’iscrizione, hanno fatto affidamento sull’applicazione delle tariffe vigenti all’epoca conosciute e conoscibili». Tradotto: non si possono cambiare le tariffe in corsa. Si torna al passato, inclusa la gratuità per il terzo figlio. Ma solo fino a fine giugno 2015. Perché con il nuovo anno scolastico le famiglie dovranno adeguarsi alla decisione del Campidoglio, approvata nel bilancio di previsione 2014 a iscrizioni già avvenute. «Una vittoria di Davide contro Golia», dice il consigliere comunale Gigi De Palo, capogruppo di Cittadini X Roma e padre di 4 bambini, che lo scorso ottobre aveva guidato la «rivolta dei passeggini» portando  in piazza del Campidoglio oltre mille bambini e le loro famiglie per protestare contro gli aumenti fissati a iscrizione già concluse. «Ma non riusciamo a gioire fino in fondo – aggiunge De Palo – perché dal prossimo settembre gli aumenti ci saranno». E allora, «faccio un appello alle famiglie, non dobbiamo smettere proprio adesso, ma mi appello anche al sindaco Ignazio Marino affinché non perseveri in questa sua battaglia». Esultano le famiglie sui social network dove per mesi hanno postato l’hashtag #iostoconipasseggini per sostenere la loro protesta. Contro il sindaco anche il capogruppo Fdi – An Fabrizio Ghera che lo definisce «famigliofobico» ricordando come più volte proprio Marino abbia definito Roma «una città a misura di bambino». Le sentenze, dice invece l’assessore alla scuola Paolo Masini, «non si commentano», ma «un maggiore contributo in senso progressivo da parte di chi può permettersi di pagare di più va nella direzione di garantire la centralità nel pubblico dei servizi educativi e scolatici per tutti, ed è importante che questo principio resti tale. Proseguiremo la lotta alle inefficienze e agli sprechi». E proprio ieri si è scatenato il caos nei nidi e nelle materne comunali, perché è entrato in vigore il nuovo regolamento sulle supplenze che prevede un orario di 3 ore in più a settimana per le maestre per coprire le supplenze delle maestre che non verranno più sostituite, se non dal 4 giorno di assenza in poi. Rabbia tra le insegnanti che raccontano di liti per organizzare i nuovi orari con turni di anche 8 ore consecutive con oltre 20 bambini. «Noi non facciamo più didattica – racconta Carla, maestra «anziana» di bimbi fino a 3 anni – noi ormai facciamo le sorveglianti e la qualità, famosa caratteristica dei nidi comunali romani, non esiste più». Il punto, spiega un’altra maestra, è che «dovendo sostituire anche altre colleghe, saltiamo da una classe all’altra oppure riuniamo più classi insieme». La scorsa settimana i genitori della Toti del  Pigneto hanno chiamato la polizia dopo aver visto i propri piccoli ammassati tutti in una classe perché senza due maestre. I genitori sono sul piede di guerra. Su Facebook e social network, mamme e papà di 160 nidi comunali hanno organizzato una protesta contro la delibera comunale 236/2014 che nei nidi prevede l’invio di una supplente solo con 2 o più maestre assenti. Inviano diffide ed esposti in Campidoglio e hanno raccolto migliaia di firme da far arrivare a sindaco e assessore. «Ogni giorno si verificano situazioni al limite del paradossale – dice Melissa Tanariva che ha organizzato la protesta – il nuovo regolamento elimina il rapporto 1/6 tra maestre ed alunni esponendo al pericolo bimbi dai 4 mesi ai 3 anni». L’assessorato fa sapere che presto ci sarà un incontro con i genitori. Ma nel frattempo si studia una sospensiva della delibera almeno fino a settembre, in attesa di limare le cose che non funzionano.