Dichiarazione di Paolo Izzo, Radicali Roma
«Continueranno ad arrivare. Le torture, le sevizie, le frustate non li fermano. Il deserto, le montagne, la sete e la fame non li spaventano. E nemmeno il mare: anche se sanno di poter rimanere sul suo fondo per sempre, pensano che “per sempre” sia meglio che mai. Continueranno a sperare. Le leggi e i decreti scritti contro di loro non tarpano le ali dei loro sogni. I ricatti, gli sfruttamenti, i respingimenti non smorzano il loro disperato coraggio. E nemmeno l’odio: se lo prendono addosso senza lamentarsi, con la nonviolenza dell’indifeso».
«Allora dobbiamo andare a prenderli con le nostre navi militari, se davvero esse sono per difesa e non per attacco; dobbiamo creare dei corridoi umanitari, finalmente: proteggere il loro viaggio e la loro pace; sottrarli alle carestie, alle guerre civili, ai soprusi. Poi ci penseranno, semmai, i nostri razzisti in felpa, a trovare il modo perché non “rubino il nostro lavoro”, oppure quegli stessi demagoghi del “padroni a casa nostra”, a trovare per loro altri rifugi, magari lavorando affinché un’Europa davvero unita non sia più la Fortezza dell’anaffettività: ma, almeno, quegli esseri umani saranno ancora vivi».
«Non abbiamo tanto tempo e le nostre lacrime e le nostre guerre, dopo, non serviranno a niente. È un dovere di umanità, il nostro, e farà bene prima a noi che a loro. Che, tanto, continueranno ad arrivare e a sperare. Nonostante noi».
(Vignetta di Alessandro Barchiesi, liberamente ispirata a questo comunicato)