RADICALI ROMA

Marino non si chiuda nel bunker come fece la Polverini, ma presenti all’aula le riforme concrete per trasformare in forza la sua debolezza

Dichiarazione di Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma

“E’ inutile nascondersi quella che è ormai un’evidenza: dopo la seconda ondata di arresti relativi a “mafia capitale” la posizione del Sindaco Marino – così come quella dei suoi oppositori, che tranne il M5S sono tutti coinvolti nell’inchiesta – è molto più debole rispetto allo scorso inverno, quando la prima esplosione dello scandalo spalancò la porta a irripetibili opportunità di riforma che tuttavia, in questi mesi, non sono state colte”. Lo dichiara in una nota Alessandro Capriccioli, Segretario di Radicali Roma. “Per risolvere i problemi di una città che ormai rischia di essere completamente travolta sotto le macerie delle indagini e delle loro conseguenze non sono più sufficienti”, prosegue Capriccioli, “né la semplice autoproclamazione di onestà, ancorché veritiera, da parte di Marino, né tantomeno gli interventi ‘dall’alto’ del Partito Democratico, che rischiano di trasformarsi in veri e propri ‘paraventi’ dietro i quali nascondere la totale assenza di una visione di governo della città: occorre che Marino non si chiuda nel bunker, come fece la Polverini nel 2012 quando una situazione analoga si verificò alla Regione Lazio, ma al contrario sappia rilanciare, formulando chiaramente i punti programmatici che ritiene determinanti per segnare finalmente un’autentica svolta. Per questo”, conclude Capriccioli, “ci auguriamo che il Sindaco si presenti urgentemente in aula per presentare al Consiglio, e con esso ai cittadini, un testo puntuale contenente le riforme che caratterizzeranno la seconda parte del suo mandato, e grazie alle quali la crisi potrà essere superata. Se ciò avverrà, come noi auspichiamo, l’attuale debolezza del Sindaco si trasformerà in un enorme punto di forza: la forza di saper reagire alle vicende giudiziarie che coinvolgono la capitale senza appellarsi alla ormai logora retorica della moralità, ma proponendo le soluzioni di sistema che sono indispensabili per superare l’empasse”.