Non si può dire che la Chiesa, e in particolare Benedetto XVI, siano un esempio di tolleranza e carità cristiana. Ne sono chiara prova i no all’eutanasia, quelli alle unioni non benedette da chiesa o stato, la continua ingerenza e le pressioni sui politici, il voler imporre le leggi della chiesa a credenti e non credenti. Il culmine dell’intolleranza è stato raggiunto recentemente col rifiuto di un funerale religioso a Welby, colpevole di non voler accettare una vita non più vita.
Ora che questo governo si propone di affrontare la questione delle unioni di fatto, ecco che papa e Chiesa partono, lancia in resta, in difesa della famiglia. Perché, secondo la Chiesa, due persone che si amano e si rispettano (che siano un uomo e una donna, o due donne o due uomini) e che vogliono dividere insieme le gioie e i dolori della vita, non possono avere gli stessi diritti delle famiglie tradizionali?
Il riconoscimento delle unioni di fatto, secondo il papa sarebbe la distruzione della famiglia. Non crede, il pontefice, che sia molto più forte e sincero il legame fra due persone che vivono insieme liberamente perché si vogliono bene anziché quello condizionato, com’era certamente fino a mezzo secolo fa – oggi fortunatamente molto meno – dalle convenzioni, dal rispetto umano, dalla convenienza economica o sociale? Crede che il vincolo religioso sia sufficiente a tenere insieme due persone che non si sopportano più? Nella vita si sbaglia molte volte, perché a una coppia male assortita deve essere proibito di sbagliare? Perché un omosessuale deve essere discriminato, solo perché è in minoranza?
Il riconoscimento delle unioni di fatto, sia etero che omosessuali, porrebbe fine a un’ingiusta e anticostituzionale discriminazione fra cittadini.
Come è possibile che uno Stato che si dice laico possa farsi condizionare dalla Chiesa violando la Costituzione? L’art. 3 della Carta dichiara che «tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».
Una coppia di fatto non può usufruire di diritti importanti quali la reversibilità della pensione, il diritto a facilitazioni per l’alloggio, l’assistenza al compagno o alla compagna, e anche la possibilità di adottare bambini abbandonati; diritto, quest’ultimo, riconosciuto ormai in molti stati che non hanno la palla al piede di un Vaticano sempre più invadente.
Altro veto della Chiesa riguarda un argomento che molti stati laici hanno già affrontato e in parte risolto: quello del testamento biologico e dell’eutanasia. Una persona nel pieno possesso delle proprie facoltà deve poter lasciare scritto il suo rifiuto all’accanimento terapeutico e poter esprimere la sua volontà di essere aiutato a morire qualora le sue sofferenze siano diventate insopportabili e non abbia nessuna possibilità di guarigione. Un vero credente, che ritiene la vita, qualunque essa sia, un dono di Dio, accetterà liberamente le sofferenze, ma non è ammissibile pretendere di imporre queste sofferenze a chi non crede e che comunque non ritiene la vita un dono di Dio, e pensa invece di dover rispondere non a Dio, ma solo alle persone che ama e che lo amano.
Come in passato, ai tempi di Giordano Bruno e di Galileo, la Chiesa frena la ricerca scientifica. Allora la terra era stata creata da Dio per l’uomo e perciò doveva essere il centro dell’universo, contro ogni evidenza scientifica. Oggi si sostiene ancora che la vita – ma solo quella umana – è un dono di Dio e quindi guai a sostenere che la vita è nostra, anche se questo comporta impedimenti alla ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali perché l’embrione avrebbe già l’anima. E il rispetto per questa preziosa vita umana in embrione non è in contraddizione con il pochissimo rispetto per tutte le altre vite non umane? Per un credente tutti gli esseri viventi sono stati creati da Dio, e quindi tutti dovrebbero meritare rispetto. La scienza oggi scopre sempre maggiori affinità fra vite umane e non umane, conferme della teoria evoluzionistica di Darwin, anch’essa oggetto dì attacchi da molte parti.
Mi viene in mente un profetico titolo di un libro di Roberto Vacca di qualche decennio fa: Medioevo prossimo venturo.