Non ce la faranno, le ministre Pollastrini e Bindi, a portare il testo del disegno di legge sulle coppie di fatto al Consiglio dei ministri di venerdì. Dopo la lunga riunione di ieri sera al Viminale, fra Amato, Barbara Pollastrini, il responsabile del suo ufficio legislativo Stefano Ceccanti e il suo omologo del m mistero della Famiglia Renato Balduzzi, la conclusione a cui si è giunti è che c’è da lavorare sodo almeno per un’altra settimana. E che si andrà al Cdm del 9 febbraio, anche se Prodi preme per avere almeno un “testo aperto” prima. Perché non solo Amato, ma anche altri ministri interessati per ora contattati informalmente, hanno espresso perplessità sulla fattibilità di molti punti contenuti nella bozza e hanno chiesto alle ministre di riscriverli. Il testo, insomma, cambierà sostanzialmente, non nell’impianto che riconosce diritti individuali ai componenti delle coppie di fatto sia etera che omosessuali, ma in molti dettagli.
Amato, ieri sera, ha letto il testo è ha detto la sua soprattutto per quanto riguarda l’iscrizione nei certificati anagrafici: così com’è (una dichiarazione congiunta che andrebbe a integrare la scheda anagrafica personale dei conviventi) non va bene. Dunque Ceccanti e Balduzzi dovranno rimetterci mano tenendo conto delle sue osservazioni. Così come dovranno fare probabilmente sulle questioni della reversibilità delle pensioni, della successione, dell’assistenza sanitaria. Con Padoa Schioppa ancora non c’è stato un incontro ufficiale, ma è chiaro che qualche segno di disappunto il titolare del Tesoro lo ha già manifestato. Ieri Poilastrini e Bìndi si sono riviste, poi hanno incontrato il ministro verde Alfonso Pecoraro Scanio, per informarlo sulla «stato di avanzamento dei lavoro» e per garantirgli che quanto scritto nel programma elettorale dell’Unione verrà rispettato. La ministra delle Pari opportunità ha sentito anche al telefono Emma Bonino e Massimo D’Alema.
Rosy Bindi, invece, ha rinunciato all’incontro con Amato per partecipare alla riunione serale del gruppo dell’Ulivo alla Camera. Dove ha ribadito che l’intesa è molto vicina, anche se resta «qualcosa da limare». Eha raccomandato a tutti i deputati ds e di di votare in aula soltanto la mozione a firma Franceschini (con dipietristi e Pdci). Sottolineando che quella è l’unica strada certa per arrivare a un ddl del governo. Che le mozioni di Verdi, Rosa e Rifondazione vanno oltre l’accordo contenuto nel programma dell’Unione. E che, se malauguratamente passasse la mozione dell’Udeur, magari proprio grazie al voto di qualche centrista dell’Ulivo in crisi di coscienza, le cose si farebbero davvero difficili. Perché il testo del partito di Mastella chiede esplicitamente al governo di astenersi da qualsiasi iniziativa legislativa. E sarebbe molto difficile per il governo, ha sottolineato Marina Sereni, andare avanti in sprezzo di un documento votato dall’assemblea parlamentare su proposta di un gruppo della maggioranza. Tanto più, ha garantito la vicecapogruppo diessina dell’Ulivo, che la mozione Franceschini non è affatto il frutto dì un compromesso al ribasso, ma semplicemente la conferma del programma elettorale. Alla fine, l’assemblea ha votato all’unanimità per il voto unico, con la sola astensione di un esponente della sinistra Ds. E tutti i deputati del gruppo sono stati “comandati” in Aula da questa mattina alle 9,30, perché si teme che possa esserci un’inversione dell’ordine dei lavori che porti a votare subito i documenti sulle coppie di fatto.