Marco Pannella dovrebbe essere nominato senatore al posto dell’esponente «dissidente» del Prc Franco Turigliatto. Questo sarà il corso degli eventi se la Giunta per le elezioni di Palazzo Madama dovesse accogliere la relazione presentata ieri mattina dal senatore dell’Ulivo Roberto Manzione sul cosiddetto «caso Piemonte», vale a dire uno degli otto seggi contestati del Senato della Repubblica. A quattro mesi dalla costituzione del Comitato inquirente (nato l’11 ottobre scorso in seno alla Giunta per le elezioni del Senato), dopo due mesi e sette audizioni (tra gli altri sono stati ascoltati i pareri dei professori Giuliano Vassalli, Folco Lanchester, Mario Patrono, Massimo Luciani, Antonio Agosta e Stefano Ceccanti), quarantadue pagine affermano: il seggio conteso deve andare alla lista della Rosa nel Pugno. Quindi, in diritto, al primo dei non eletti: Ugo Intini. Con l’attuale sottosegretario agli Esteri che cederebbe il posto a Marco Pannella. Tutto risolto? Affatto. Se secondo il senatore Manzione la legge elettorale va applicata «alla lettera» («non trovandosi al cospetto di una norma palesemente inapplicabile»), le strade che la Commissione si trova davanti sono almeno quattro. La prima: convocata la Giunta in tempi rapidi (la prossima settimana) «si apre la fase di contestazione dell’elezione nell’unico seggio del Piemonte escluso dalla convalida dell’11 ottobre». La richiesta di convocazione della Giunta è stata inviata da Manzione al presidente Nania (An). La seconda: se la giunta non dovesse approvare la relazione di Manzione (i componenti del Prc Giuseppe Di Lello e Stefano Zuccherini si sono già detti contrari, poi diremo perché, e la destra potrebbe voler tenere il aula il senatore «dissidente»), la situazione non muterà rispetto ad oggi. Sarebbe, però, avverte il relatore: «Uno schiaffo alla nostra funzione di “giudici imparziali”». La terza: la giunta potrebbe decidere, la citazione è presa da Leopoldo Elia, di rinviare tutto alla Corte Costituzionale. In questo caso si dovrebbe anche discutere però dei poteri stessi della Giunta (e del Senato). La quarta, quella invocata dagli esponenti di Rifondazione, è di aspettare che tutti e otto i seggi contesi (il ricorso è il medesimo: la ripartizione del premio di maggioranza) siano votati assieme. «Questo è l’accordo che è stato siglato mesi fa», afferma Di Lello. C’è però un problema: il riconteggio in corso da diverse settimane in Giunta per il sospetto di brogli. Per il Piemonte e la Valle d’Aosta il riconteggio delle schede bianche e di quelle nulle è stato completato. Non così per le altre regioni. Si dovesse aspettare la fine di questi conti, si arriverebbe alla fine della legislatura. Anche se Di Lello propone: «Visto che sul riconteggio non stanno emergendo gravi incongruenze, potremmo fermarci al 15-20%, di modo da poter chiudere la questione entro il prossimo mese e mezzo». Insomma, si aspetta la prossima settimana. Daniele Capezzone dopo 21 giorni di sciopero della fame, annota un primo successo. Soddisfatto anche Enrico Boselli. E Nello Formisano dell’Idv. Anche il partito di Di Pietro attende decisioni positive dai seggi contesi.