I Dico sono diventati una materia parlamentare, che non ipotecano e non mettono in discussione il Governo come tale». Clemente Mastella esulta dopo aver visto che i ‘diritti delle coppie conviventi’ non compaiono tra i 12 punti approvati ieri sera dall’Unione. Al punto 9, infatti, si parla solo di rilancio delle politiche a sostegno della famiglia, come assegni famigliari più corposi e asili nido. La decisione è arrivata alla fine di una giornata convulsa iniziata con l’ultimatum del Guardasigilli che aveva chiesto di derubricare i Dico dall’agenda politica del governo. Soddisfatti dalla decisione, che avvicina l’accordo con la parte cattolica, anche i teodem della Margherita che, con Enzo Carra, ritenevano i Dico «ormai affossati». La svolta dell’Unione va incontro all’indipendente Sergio De Gregorio, s’è detto pronto a sostenere il governo, ma a patto che «si cambi rotta sulla famiglia e sulle coppie di fatto». E al leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che, nell’escludere ipotesi di larghe intese, ha chiosato: «come si può conciliare l’Udc con i Dico?». Se per il fronte cattolico di sinistra è unanime l’addio ai Dico, quello laico che ha condotto la battaglia per i diritti dei conviventi — e avrebbe voluto anche di più — si dispera. Pannella, ad esempio, nell’ultima parte del vertice di maggioranza, ha perso le staffe e ha inveito: «Anche i Dico devono stare nel documento». E Prodi gli ha risposto: «Li abbiamo già incardinati in Parlamento». Più moderata — rispetto a quella di Pannella — la posizione di Rita Bernardini, segretaria dei radicali, per la quale «non è così grave che siano stati tolti i Dico dal programma. Forse la cosa migliore è che si discuta in Parlamento. Resta un dubbio: li hanno tolti per le pressioni del Vaticano? L’ingerenza chiaramente c’è stata e mi dispiace. Ma quella proposta non la ritengo adeguata a quello di cui ha bisogno il Paese che merita qualcosa di molto più avanzato». Sulla stessa lunghezza d’onda la laica (ma di famiglia cattolica), Paola Balducci, capogruppo dei Verdi in commissione Giustizia. «I temi etici — ha detto — devono avere la responsabilità del Parlamento come è stato per l’indulto, e non devono essere responsabilità del governo. Ma non è certo per i Dico che il governo è caduto». Marco Cappato, europarlamentare radicale, auspica ora «un allargamento della coalizione con l’ingresso di cattolici liberali come quelli di Rotondi». Gli ha fatto eco il parlamentare transgender del Prc, Vladimir Luxuria. «Vediamo chi entra — ha osservato — visto che per esempio la Dc di Rotondi si è dimostrata aperta sui Pacs». Anche Franco Grillini, deputato diessino e presidente onorario dell’Arcigay, punta su «nuovi acquisti amici». «Follini—hasottolineato — mi pareva si fosse detto disponibile a parlare di diritti delle persone». In ogni caso, ora che i Dico sono usciti dall’agenda del governo, Grillini ha fatto sapere che «non demorderà». E che, con radicali e Verdi, insisterà per via parlamentare. «Se Prodi verrà re-incaricato senza il tema all’ordine del giorno, si ripartirà dalla camera e dai provvedimenti che sono già depositati».