RADICALI ROMA

Boselli: costituente socialista Sì di Craxi, De Michelis apre

  Tappa dopo tap­pa, gli ex Psi proseguono nel tentativo di riunificarsi in una casa comune, condivisa con altre forze e alternativa al Partito democratico. Do­po il passaggio di Bertinoro della settimana scorsa, ieri è stata la conclusione del con­gresso dei Socialisti di Bobo Craxi a fare da palcoscenico. È da lì che Enrico Boselli, lea­der dello Sdi, ha rinnovato il suo appello: «C’è assoluto bi­sogno di porre fine a questa lunga diaspora, è un dovere politico e morale riunire la famiglia socialista». Per farlo, ripete Boselli, serve una co­stituente «che può nascere solo nel campo della sinistra italiana» e di cui facciano par­te i suoi ospiti di ieri, il grup­po di Bertinoro (da Lanfranco Turci a Peppino Caldarola, da Emanuele Macaluso a Valdo Spini), Psdi, Radicali, repubblicani, laici e il Nuovo Psi di Gianni De Michelis. Tutti insieme a dire no al pro­getto Ds-Margherita, che, di­ce Boselli, «sembra una sor­ta di compromesso storico formato bonsai, visto che Ru-telli ha trasformato la Mar­gherita in un moderno parti­to cattolico».

 

 

 

IL CONTROAPPELLO – Piero Fas­sino prova a infilare un cu­neo, tenta di convincere che invece proprio il Partito de­mocratico può essere «il luo­go di ricomposizione delle fa­miglie socialiste che si di­spersero nel 1992. Se qui ci fossimo io, Bobo Craxi e Enri­co Letta, scopriremmo di avere la stessa idea su multilateralismo, istituzioni inter­nazionali, Europa, sviluppo sostenibile e stato sociale». Ancora: «Se l’unità socialista creasse un partito con un’ azione politica solitària, que­sto sarebbe velleitario». E al­le critiche di Boselli sulla scarsa laicità della futura for­mazione, Fassino risponde: «Vieni nel Pd e sarà più lai­co».

 

 

 

«NO GRAZIE» – La proposta fassiniana viene respinta dai So­cialisti italiani (questo, da oggi, il nuovo nome della formazione), mentre quella di Boselli trova consensi. Lo confermano sia Bobo Craxi, che Saverio Zavattieri, elet­to segretario del partito. Re­sta qualche acidità nei confronti di De Michelis, che pu­re è stato loro fratello nella Cdl fino alle ultime elezioni; però la porta è aperta: «Non abbiamo pregiudiziali». Da parte sua, De Michelis si di­chiara «molto interessato», anche se la sede di ieri «ci pia­ce meno, perché sono scissio­nisti del nostro partito, un gruppettino minoritario». Pe­rò «il nostro obiettivo prima­rio è l’unità socialista, l’abbia­mo già detto. Ora aspettia­mo il passaggio più impor­tante, il congresso dello Sdi (previsto per metà aprile, ndr). Poi potremo comincia­re il dialogo. Purché sia chia­ro che il bipolarismo è finito, che serve un sistema eletto­rale di tipo tedesco e che or­mai in Europa l’idea di gran­de coalizione sostituisce lo schema destra-sinistra».