L’annuncio tanto atteso arriva nel tardo pomeriggio. La tensione si stempera in un sorriso liberatorio. «I ministri dell’Unione europea hanno conferito all’Italia e alla presidenza tedesca il mandato unanime per preparare il testo della risoluzione sulla moratoria per la pena di morte da presentare all’Assemblea generale dell’Onu», annuncia Massimo D’Alema. L’intenso lavorìo diplomatico ha pagato. I timori della vigilia fugati. La decisione assunta dai ministri degli Esteri Uè è «un successo europeo di cui l’Italia è il principale artefice», rileva il titolare delta Farnesina. In una affollata conferenza stampa, D’Alema spiega che il mandato conferito dai Ventisette all’Italia e alla presidenza di turno tedesca include anche raccogliere le adesioni per una «cospo-sorship» e prendere contatto con la presidenza dell’Assemblea dell’Onu per poter presentare la risoluzione già dalla corrente assemblea generale. «Ci fa piacere – afferma il vicepremier – poter dire che questa decisione è una decisione dei Paesi membri dell’Ue, nella quale l’iniziativa italiana potrà svilupparsi non in modo solitario, ma insieme alla presidenza tedesca». Il capo della diplomazia italiana esprime «gratitudine» alla Germania e ai Paesi Ue che hanno sostenuto l’iniziativa italiana, spiegando che ora si tratta di lavorare «concretamente». «La decisione è presa – puntualizza D’Alema – si tratta di stendere la risoluzione e di raccogliere le “cosponsorship” e di prendere contatto con la presidenza» dell’Assemblea generale. Quanto ai tempi dell’iniziativa, il ministro ribadisce la volontà di inserire la questione della moratoria all’ordine del giorno dell’attuale Assemblea generale dell’Onu. «Speriamo si creino le condizioni regolamentari e che da parte della presidenza si possa mettere in agenda», riflette D’alema, secondo il quale quella dello stop alla pena di morte è stata una «campagna di crescita» alla quale ha contribuito in modo importante anche il voto «quasi unanime» del Parlamento Europeo. Quanto alla «cosponsorship», il vicepremier spiega che l’obiettivo non è «semplicemente» di allargare il consenso ma di puntare ad una «cosponsorship» perché «un gruppo di Paesi possa essere promotore con Italia e Germania».
Rispondendo alle domande dei giornalisti, D’Alema indica che fra i Paesi che potrebbero essere i «co-sponsor» ci sono Brasile, Sudafrica e Nuova Zelanda. Il ministro degli Esteri sottolinea che intanto l’Italia continua a lavorare «per raccogliere adesioni alla dichiarazione di associazione europea (alla moratoria)», in proposito, il responsabile della Farnesina ricorda che si sono associati da ultimo il Gabon e il Kazakistan, che porta il totale di firmatari a 92, la maggioranza necessaria è di 96. D’Alema ricorda che comunque «i Paesi che non applicano la pena di morte e l’hanno cancellata dal loro ordinamento sono 130, per cui c’è un’ampia maggioranza di Paesi di fatto contrari alla pena di morte, si tratta di trasformare questa maggioranza di fatto in un voto favorevole all’Assemblea generale. Lo vedremo nei prossimi giorni». Da Bruxelles a Roma. Da un protagonista all’altro di questa battaglia di civiltà. «Grazie alle persone, alle forze politiche, a coloro che ci hanno aiutati ad avere la fermezza di arrivare a questo punto», dice Marco Pannella commentando dai microfoni di Radio Radicale l’annuncio del ministro degli Esteri. In una telefonata, racconta Pannella, «il ministro D’Alema mi ha detto che adesso si tratta di continuare con grande decisione, che le richieste che abbiamo fatto sono state accolte, che con la Presidenza tedesca abbiamo il compito di redigere la famosa risoluzione che aspettiamo da anni».