RADICALI ROMA

Al direttore

Probabilmente e per ora ha ragio­ne Benedetto Della Vedova sulla “impossibilità di riformare il sistema senza Berlusconi”. Per ora, sottolineiamo). Ma quale Berlusconi? Quello del 7 aprile 1994 nel quale solennemente e pubblicamente si dichiara convinto della nostra proposta costituzionale ed elettorale di una “riforma ame­ricana”, anglosassone o quello del 1999 che ha as­sunto la responsabilità di far mancare il quorum ai referendum liberali, liberisti e democratici, ivi compreso quello relativo alla riforma elettorale anglosassone, che ha comunque riscosso in quella occasione una forte maggioranza di consensi (91,5 per cento dei votanti)? Il Berlusconi o il “Berlustroni” che oggi ci propone il ritorno al proporzionale contro il quale nei primi suoi anni dì impegno politico elevava ì suoi strali “anti partitocratici”!

 

 

 

Ormai entrambi in gravi, profonde crisi di cre­dibilità e identità, sia palermitani sia corleonesi del regime italiano riescono a evitare che il pae­se possa udire una qualsiasi voce che illustri van­taggi e urgenza di passare al sistema elettorale che la “Lega per l’uninominale secca” propose al paese con un referendum plebiscitato da oltre l’82 per cento dei votanti nel 1993.

 

 

 

La sola riforma democratica possibile è questa. E’ infatti l’unica semplice, conosciuta, comprensibilissima, che nel vissuto collettivo del nostro paese ha a più riprese clamorosamente auspica­to, unendo – come in altre proposte radicali – la maggioranza degli elettori da Rifondazione co­munista alla Lega.

 

 

 

Urge tornare a catapultare nel disperato vaniloquio – gridato in questi giorni – comune ai due leader, Veltroni e Berlusconi, a favore del proporzionale (tedesco, papuasico, spagnolo, italiota), l’Alternativa, la sola proponibile come tale, della riforma costituzionale a partire da quella del si­stema elettorale che fu propria della suddetta “Lega per l’uninominale secca”.

 

 

 

Urge e dobbiamo, senza, indugio, far­lo. Stiamo già facendolo.