Testo della proposta di delibera di iniziativa popolare
Seduta del Consiglio Comunale di Roma
Una settimana dopo la scadenza che lo statuto del Comune di Roma prevede per la messa all’ordine del giorno delle delibere d’iniziativa popolare, il Consiglio ha votato e respinto il testo sulle unioni civili.
Questo voto è seguito ad una mobilitazioni dei Radicali Roma e delle organizzazioni del movimento Glbt.
Collegamento con Massimiliano Iervolino
Alcune agenzie stampa della giornata del voto
Forse la stagione della laicità e dei diritti civili sta alle nostre spalle, motivo, per noi, di nostalgia e di rimpianto. Quasi quarant’anni fa, nel dicembre del 1970, a Montecitorio veniva approvata definitivamente, con una bella maggioranza (319 voti a favore e 286 contrari) la legge che consentiva, anche in Italia, il divorzio. Finiva l’epoca della indissolubilità del matrimonio, principio difeso per secoli, ed ancora oggi, dalla Chiesa Cattolica. (…)Sono passati da allora quarant’anni. La gente si sposa, divorzia, si risposa. Il divorzio e la legalizzazione dell’aborto non hanno distrutto la famiglia, come prevedevano e gridavano sulle piazze coloro che si erano autoproclamati difensori della famiglia e della religione cattolica.
«Coppie di fatto Roma dice no. Delibera bocciate», da Avvenire
Alla fine il registro delle unioni civili a Roma non si fa. Ma dal Campidoglio, e questo alla vigilia era meno scontato, non partirà neanche la richiesta al Parlamento di affrontare la materia delle convivenze, contenuta in un ordine del giorno bocciato ieri in tarda sera dal Consiglio comunale: 24 i contrari contro 23 favorevoli e 9 astenuti. Secondo il regolamento comunale,invece, avrebbe dovuto raggiungere la metà più uno dei voti espressi. Nel esto c`era anche un riferimento a quanto già a Roma si fa e si ipotizzava una futura delibera quadro per il riordino degli interventi.
«Manifestazione in Campidoglio per il registro che non c’è», da L’Unità.it
Piove sulle unioni civili. Doveva essere il giorno della battaglia per l’istituzione di un registro delle coppie di fatto nella Capitale, ma in piazza del Campidoglio le persone radunate per chiedere diritti anche per chi non si sposa, sono al massimo duecento. Nell’aula del Consiglio comunale si vota la delibera sulle unioni civili. Anzi, a dire il vero le delibere sono due. C’è quella popolare, sottoscritta da oltre diecimila firme, e c’è quella voluta dalla sinistra dell’Unione. Bocciata la versione voluta dall’ala sinistra della maggioranza: hanno votato contro 44 consiglieri, dal Pd, all’Udeur a tutto il centrodestra, e a favore 11 consiglieri della Sinistra. Nessun astenuto. L’aula vota anche la delibera di iniziativa popolare per l’istituzione del registro: bocciata pure questa. >Non passa nemmeno l’ordine del giorno voluto dal Pd e presentato dalla vicesindaco Mariapia Garavaglia che sollecitava una delibera quadro sui provvedimenti in materia di convivenza già adottati dal Campidoglio: hanno espresso parere favorevole 24 consiglieri, contrari altri 23, mentre 9 consiglieri della sinistra si sono astenuti.