RADICALI ROMA

Pillola del giorno dopo negata per obiezione.

ROMA (5 giugno) – Sono stati disposti nuovi accertamenti sul caso della pillola del giorno dopo negata, per una obiezione di coscienza, ad una donna da tre medici in due ospedali diversi della capitale. La donna, una biologa di 37 anni, aveva presentato nel dicembre del 2005 una denuncia per omissioni in atti d’ufficio. Il pm Angelantonio Racanelli aveva chiesto l’archiviazione del procedimento contro i tre medici, rispettivamente del Policlinico Umberto I e dell’ospedale San Giovanni ritenendo che non si può escludere «almeno a livello putativo» la possibilità che la pillola del giorno dopo possa essere una pratica abortiva e non anticoncezionale. Ma la denunciante, rappresentata dall’avvocato Alessandro Gerardi, si è opposta all’archiviazione e la vicenda è finita al vaglio del gip di Roma Claudio Mattioli che ha restituito il fascicolo al pm Racanelli ed ha concesso quattro mesi di tempo per lo svolgimento di ulteriori accertamenti.

In particolare, si dovrà fare luce sulle figure professionali, medici e infermieri, con le quali la donna ebbe a che fare e da chi arrivò il diniego della pillola. Il tutto «al di là di considerazioni etiche» – è detto nell’ordinanza secondo quanto riferito dall’avvocato Gerardi. «Finché non si accerteranno i fatti – ha aggiunto il penalista – e finché non sarà compiutamente ricostruita la vicenda è superfluo entrare in inutili e fuorvianti considerazioni etiche».

Al vaglio del tribunale c’è un altro caso, questa volta affidato al gip Luisanna Figliolia sempre con richiesta di archiviazione alla quale si oppone la denunciante. Il caso sarà esaminato l’11 giugno prossimo.

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