da Corriere della Sera del 18 luglio 2008, pag. 19. di Andrea Galli.
«Un giorno, tutti questi ci ripenseranno sopra e diranno: “Siamo stati dei pazzi”». A Milano, Giuliano Ferrara, seguito da trecento persone, deposita sul sagrato del Duomo una bottiglietta d’acqua e gli consiglia: «Ascolta le suore Misericordine. C’è un’intera comunità disposta a conservare il calore del corpo di tua figlia». Lui, Beppino Englaro, dalla sua casa, dice solo: «C’è chi vorrebbe che io facessi un passo indietro, che cambiassi idea… Mi domando: ragionano con la loro testa o con quella dei movimenti? Eluana, lo ribadisco, era un purosangue della libertà».
Al padre della ragazza in coma da 16 anni e per la quale la Corte d’Appello di Milano ha acconsentito allo stop di alimentazione e idratazione artificiale, arriva l’eco della manifestazione. Con le bottiglie (qualcuno) porta quelle da un litro e mezzo, un altro le confezioni da sei, ora delle 20, in tutto, saranno cinquecento) e con i bigliettini attaccati sopra: «Non lasciamola morire». Soprattutto c’è il direttore del Foglio, in piazza Duomo. Applaudito da giovani e adulti (ci sono i Movimenti per la vita, tantissima Comunione e Liberazione, due sacerdoti). Una signora, per vederlo bene da vicino («Mi sembrava più alto, in tivù» dirà) si fa largo a gomitate. Viene fermato e salutato, il direttore. Gli stringono le, mani. Gli dicono «bravo, bravo». Ferrara fa l’intervento, con l’invito a Peppino, e si riserva di dare una postilla-spiegazione: «La dialettica non è contro il papà di Eluana. È che ognuno può esprimere la propria idea, nell’ambito di un dibattito».
È un dibattito che cresce, quello su Eluana. Che divide. Nel Comune di Roma. E tra i medici. A Roma, il presidente del consiglio comunale Marco Pomarici ha depositato, lui pure, una bottiglietta. E subito i Radicali: «Rispetti il ruolo istituzionale». Pomarici ha replicato («Era a titolo personale») ed è stato emulato nel gesto, più tardi, dal sindaco Gianni Alemanno, che ha detto: «Non c’è nessun motivo logico che debba prevedere la morte di questa persona». Quanto ai medici, dopo che 25 neurologi s’erano appellati alla Corte d’Appello per bloccare il provvedimento, ieri altri neurologi, una quarantina, hanno firmato una nota comune: «Sospendere nutrizione e idratazione artificiale non è un abbandono, poiché richiede l’intensificazione delle cure».
Ha sentito, signor Beppino, la disputa tra esperti? Con educazione, dice che non gli interessa. Tanto ce ne saranno di nuove, e tanto ci saranno altre iniziative. Da Milano Ferrara, accompagnato dal direttore di Avvenire Dino Boffo – gli sta vicino, un passo indietro, Ferrara lo invita ad avanzare scandendone nome e cognome – e da quello di Tempi, periodico vicino a Cl, Luigi Amicone, annuncia che, dopo il Duomo, depositerà bottiglie fuori dalle chiese d’Italia.