RADICALI ROMA

ALL'ITALIA ‘FRA UN ANNO ALLA STESSA ORA’: UN APPUNTAMENTO D'AMORE … ANCHE PER IL TEATRO di Lucio De Angelis

 

“Fra un anno alla stessa ora” in scena al Teatro Italia fino al 15 febbraio è soprattutto un appuntamento d’amore. Amore anche per il teatro, così straordinario quando manda in scena lo spettacolo della vita.

Pietro Longhi e Isabel Russinova sono gli efficaci protagonisti di questa romantica commedia di Bernard Slade: un testo intessuto di sentimento e fantasia che affidato all’attenta regia di Silvio Giordani, emoziona e intenerisce il cuore degli spettatori e diciamolo pure, in particolare delle gentili spettatrici.Alla ben affiatata coppia d’attori si inserisce egregiamente nella recitazione Tito Manganelli. Le scene sono di Mario Amodio, le luci di Lucia Mariani.

Lasciarsi, rincontrarsi per poi lasciarsi e rincontrasi ancora. E’ forse proprio questo il segreto di un lungo amore, nel continuo rinnovarsi di palpiti e di sentimenti, dopo pur lunghe attese.

E ogni attesa è fatta di un anno. Dodici mesi che trascorrono tutti con l’idea, con l’ansia che ci si dovrà rivedere per dirsi nuovamente ti amo. Gli psicologi su questo fatto, su questa formula d’amore sempre desiderato e giammai stanco, hanno scritto lunghi trattati, spesso libri interi.

Ma si tratta di un’idea puramente chimerica, o è per davvero possibile far ciò che a una normale coppia appare impossibile? E se questo accade, se vi sono tanti stacchi e altrettanti riavvicinamenti, vi sarà pure una ragione.

A spiegarvi il perché, ci si dà appuntamento ‘Fra un anno alla stessa ora’, al Teatro Italia, in una commedia piacevole e più che piacevole, ci pensano come s’è detto, Pietro Longhi e Isabel Russinova.

Bernard Slade, tra i più rappresentati, è soprattutto uno scrittore solare. Piace al pubblico per la limpidezza che pone nei suoi racconti, per il garbo attraverso il quale propone una trama che sempre si evidenzia per la dolcezza dei sentimenti, per la validità del dialogo. ‘Same time next year’: ‘Alla stessa ora il prossimo anno’, è il lavoro che portò il geniale commediografo al successo, facendo sì che le reti televisive statunitensi gli chiedessero in seguito i copioni di oltre cento telefilm.

La commedia di cui si parla, debuttò al Brooks Atkinson Theater di Boadway il 13 marzo del 1975 e andò avanti per 1.424 repliche. Suoi primi applauditi interpreti furono Charles Grodin ed Ellen Burstyn. In seguito essa venne rappresentata all’estero in trentatré diverse edizioni. Fu realizzato anche un film nel 1978 con nomination all’Oscar e ne furono protagonisti Ellen Burstin ed Alan Alda.

Nella stimolante storia emerge un dialogare tra i due protagonisti, fatto di stati d’animo che si rivelano allo spettatore e si estrinsecano in una continua controluce. Merito senz’altro, l’ho detto e lo ripeto dell’interessante trama di Slade, ma merito anche in quest’edizione, dell’interpretazione convincente e spigliata di Pietro Longhi, penetrato con convinzione nel personaggio di George, e di Isabel Russinova , che con disinvolta eleganza e con attento intuito, si è legata al ruolo di Doris.

Nei personaggi da loro interpretati, i due protagonisti che conducono una più che comune esistenza, si incontrano per caso al ristorante di un motel. George che ha una moglie dal carattere deciso e disinibito, sta partecipando a un convegno di lavoro; Doris che ha un marito estremamente docile e affettuoso, sta prendendo parte a un convegno spirituale. In quel motel non vi sono fiori, ma vi sono in compenso delle ottime bistecche alla griglia. E così lui per presentarsi a lei, non trova di meglio che offrirle un bisteccone. E sarà proprio la tenera costata porre a fuoco un più che tenero innamoramento.

George e Doris pensano però che sia giusto non lasciarsi travolgere dall’onda dei sentimenti. Occorre far sì che non vengano lacerati i rispettivi affetti familiari. Sentono di avere ambedue un senso di colpa. Entrambi sposati e con figli, entrambi benpensanti, decidono di mantenere ravvivata la ‘brace’ del loro ‘arrostito innamoramento’, ritrovandosi al trascorrere d’ogni dodici mesi, sempre alla stessa ora. Così accade per venticinque anni di seguito.

In sei grandi quadri, dal 1951 al 1976, vediamo nascere dunque un’appassionante ed ironica, storia d’amore. Nei loro incontri annuali Doris e George ci raccontano la loro vita che è anche un po’ la nostra vita. L’uno e l’altra, isolati nella loro annuale …magica attrazione, pongono il proprio palpitante sentimento , al centro dell’universo.

Nei cinque lustri che fanno da sfondo agli incontri clandestini ne accadono che ne accadono di avvenimenti epocali. E non crediate che nei loro clandestini incontri i due si scambino solo parole amorose. Macché! Le loro conversazioni vertono spesso con divertente, sottile ironia sugli avvenimenti che di volta in volta coinvolgono l’America e il mondo intero.

Ma se fuori corre veloce la storia, se fuori c’è la guerra, se fuori si verifica un crudele attentato, a loro poco interessa. Sembrano quasi dirsi: “Ciò che più importa è che qua dentro ci siamo noi. Quando ci siamo incontrati per la prima volta i nostri figli erano bambini. Ora sono donne e uomini. Mia moglie invecchia; …mio marito invecchia…. E noi non invecchiamo mai? Noi no!

Invecchiare è una cosa che capita agli altri, a quelli che stanno al di fuori della porta del motel. Chiudi la porta e il tempo smette di passare.” A un certo punto lei dice: “Ci conosciamo da così tanto tempo che il nostro comincia a sembrare un incesto.” E lui di rimando le risponde: “Tanto tempo? Contando due giorni l’anno, ci frequentiamo solo da un mese e dieci giorni. Abbiamo appena rotto il ghiaccio!”

Egregia la regia di Silvio Giordani che tiene ben stretti i tempi di recitazione, stando ben attento affinché non si verifichino pause che potrebbero interrompere il filo di questa fantastica storia.

 

Teatro: Italia

Città: Roma

Titolo: Fra un anno alla stessa ora

Autore: Bernard Slade

Regia: Silvio Giordani

Interpreti: Pietro Longhi, Isabel Russinova, Tito Manganelli

Scene Mario Amodio

Costumi Lucia Mariani

Periodo: fino al 15 febbraio