RADICALI ROMA

“Radio Radicale” come Fort Alamo: è cominciato l’ultimo assedio

  Lo sapevamo da tempo, noi tutti radicali sospettavamo che la chiusura forzata del Centro D’Ascolto per mancato rinnovo della convenzione e delle commesse, fosse solo la tappa intermedia per la “soluzione finale”, la chiusura dell’ultimo canale di comunicazione rimastoci, per parlare e farci ascoltare dalla gente. E’ di qualche giorno fa la notizia della risposta fornita dal Governo in Aula ad un’interrogazione di un deputato di AN, che chiedeva se non fosse il caso di non rinnovare la convenzione a Radio Radicale per i servizi parlamentari offerti, data l’entrata a regime, a dire dell’interrogante, del quarto canale RAI: Radio Parlamento.

 

 

La lottizzazione della Commissione di Vigilanza e del Consiglio di Amministrazione, il fronte comune Rai-set sul digitale terrestre per contrastare Murdoch e la sua SKY satellitare sono strategie talmente palesi, leggibili, che non scandalizza il fatto che in poche settimane il disegno vada compiendosi con la richiesta dell’affossamento dell’unica Radio istituzionale ma libera rimasta.

 

 

L’informazione è sempre uno snodo cruciale per i regimi ed ovviamente non è tollerabile che venga ascoltato dai cittadini lo scempio delle sedute parlamentari, dove i dibattiti sono azzerati e si vota a raffica; sono proibiti i microfoni nelle commissioni. Il dibattito politico deve essere appannaggio delle parrocchie catechizzanti ed uniformanti: “Porta a porta”, “Anno zero”, “Matrix” inconsapevolmente (forse) svolgono tutte la medesima funzione: narcotizzare le coscienze o con il pensiero unico spacciato per condivisione di valori o con il populismo della protesta sterile. Attendiamo che i nuovi dirigenti Rai stracciandosi le vesti per il dispiacere sopprimano anche “Report”, per lasciare a “Striscia la notizia” ed al suo avanspettacolo il ruolo di programmi di denuncia.

 

 

Lo sapevamo; lo sapevo. L’ho anche dichiarato e denunciato sia al nostro Congresso di Radicali Roma a dicembre ed al mio primo Comitato Nazionale di gennaio; non ero il solo ovviamente. Ora dobbiamo passare la nottata, attrezzandoci per farlo. Come? Cosa possiamo fare? Il primissimo passo è Cianciano da domani per 3 gg: trovare le ragioni della R-esistenza nei nostri valori, ma soprattutto saperli trasformare in consenso, per una volta dedicando il tempo giusto alla comunicazione, alle modalità, al saper dire le cose. Poi vedere chi ci sta in questo movimento di liberazione nazionale, in cui diventa urgentissimo sbarazzarci del regime putrefatto di e da 60 anni.

 

 

A destra l’arroganza monta blindata dai consensi, con elezioni truccate dalle false notizie, esigenze ed urgenze montate ad arte; a sinistra Di Pietro fa il Tribuno populista, con evidenti toni da destra populista; il PD persevera nel gattopardismo del riciclarsi per non cambiare, con il potere unico elemento di coesione, mentre la “base”, la “gente” è lontana anni luce dalle divisioni del gruppo cosiddetto dirigente.

 

 

Per ora Bordin ed i suoi continuano a diffondere le notizie ed a documentare le nefandezze della connivenza; noi siamo cresciuti, numericamente pochi, ma maggioranza nel Paese sui nostri temi anche grazie a Radio Radicale; e la difesa di Fort Alamo diverrà per noi priorità politica e, secondo me, spunto decisivo per chiamare a raccolta i “resistenti” di ogni colore.