Togliere l’otto per mille alla Chiesa e distribuirlo ai comuni italiani. Presa così, sembrerebbe la classica proposta di legge presentata, legislatura dopo legislatura, dall’ala più laica della sinistra parlamentare Stavolta però è differente. Basta prestare un po’ di attenzione alla tempistica e ai firmatari dell’iniziativa di legge per capire che siamo di fronte a un fatto politico nuovo. Anzi due: la prima rivendicazione laicista degli scissionisti Ds in polemica con i compagni che hanno deciso di unirsi ai post-democristiani della Margherita nel Partito Democratico. E la prima iniziativa comune di un area ‘che prossimamente potrebbe confluire in un unico movimento alla sinistra del Pd. “Nuove disposizioni per l’attribuzione delle quote dell’otto per mille dell’Irpef”, questo il titolo della proposta. Che reca come prima firma quella dell’onorevole Aleandro Longhi, deputato dell’ex correntone Ds che aveva formalizzato il suo passaggio al gruppo misto (e il conseguente addio ai Democratici di sinistra) già prima del congresso di Firenze. Seguono le sottoscrizioni di ventiquattro colleghi attualmente iscritti a più gruppi parlamentari della sinistra, ma che, con la nascita del Pd, potrebbero trovarsi a militare nello stesso partito. Oltre a Longhi, tra i firmatari, ci sono Katia Bellillo dei Comunisti italiani, Alberto Bugio e Maurizio Acerbo di Rifondazione comunista, Maurizio Turco della Rosa nel Pugno, Tana De Zelueta dei Verdi. Ma soprattutto, cosa più importante, tra i sottoscrittori si nota la presenza di una piccola pattuglia di deputati legati al ministro Fabio Mussi che, seguendo l’esempio del collega Longhi, sarebbero in procinto di abbandonare il gruppo dell’Ulivo. Si tratta dei deputati Giovanni Farina, Massimo Fiorio, Franco Grillini, Angelo Lomaglio, Claudio Mandeloni.
Già, ma di cosa parla la proposta di legge? L’idea, s’è detto, è quella di sottrarre una parte dell’otto per mille alla Chiesa destinandolo ai comuni. La legge vigente prevede che, volontariamente, i cittadini possano decidere di mettere a disposizione una parte del proprio imponibile lipef a favore delle spese umanitarie e religiose sostenute dalla Chiesa cattolica, ma anche da altre confessioni riconosciute dallo Stato italiano. La proposta di legge della sinistra post-diessina «interviene – spiegano i firmatari – per inserire i comuni tra i soggetti beneficiari». E non solo: «si provvede a eliminare la discrezionalità del governo nella distribuzione delle quote dei cittadini che non abbiano espresso alcuna volontà. In questi casi, le risorse spettano ai comuni di residenza del contribuente e vengono utilizzate per il potenziamento dei servizi sociali locali, per gli interventi sociali e assistenziali, per il sostegno degli anziani e dei disoccupati».
Fin qui la proposta del deputato Longhi. Ma l’ex sinistra Ds ha in programma altre grosse novità parlamentari. Come la costituzione di gruppi autonomi alla Camera e al Senato, con tutti ì privilegi che ne conseguono in termini di cariche istituzionali e di finanziamenti pubblici. Un passaggio intermedio necessario prima della costituzione di quello che l’eurodeputato Giovanni Berliguer ieri su Liberazione definiva «il partito unico delle forze alla sinistra del Pd».