RADICALI ROMA

Aborto e nozze miste: nuovo affondo della Cei

  Il cardinale Camillo Ruini e i vescovi italiani sono tornati a insistere con molta fermezza sul pericolo rappresentato dai matrimoni islamico-cristiani e a denunciare con forza «la piaga dell’aborto». Già in passato la Cei si era occupata con «preoccupazione» dei matrimoni tra cattolici e musulmani e del tema si è tornati a parlare ieri al convegno dei delegati diocesani «per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso», in corso a Roma. Sull’aborto critiche dal centrosinistra e apprezzamento dal centrodestra.

IL MONITO — «Le coppie miste di cattolici e musulmani che intendono oggi formare una famiglia, alle difficoltà che incontra una qualsiasi altra coppia, devono aggiungere quelle connesse con le profonde diversità culturali e religiose»: la nota si apre con questo avvertimento. «L’esperienza—si legge nel testo—mostra come sia rilevante la scelta del luogo di residenza della futura coppia e la fondata previsione di restarvi nel futuro: lo stabilirsi in Italia, o comunque in Occidente, offre al vincolo matrimoniale (e alla parte cattolica in particolare) maggiori garanzie, che invece nella maggior parte dei casi vengono meno quando la coppia si trasferisce in un Paese islamico». «L’esperienza maturata negli anni recenti — conclude la nota—induce in linea generale a sconsigliare o comunque a non incoraggiare questi matrimoni». Che registrano un aumento proporzionale all’aumento dell’immigrazione dai Paesi islamici e sono stati quasi ventimila nel 2005.

L’INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA — Contemporaneamente il Consiglio permanente della Cei ha rivolto un messaggio ai cattolici per la prossima Giornata della vita (5 febbraio 2006), proponendo lo slogan «se nel cuore cerchi la libertà e aspiri alla felicità, rispetta la vita, sempre e a ogni costo». Il messaggio denuncia fra i segnali allarmanti di una sempre più diffusa indifferenza per la vita e i suoi valori non solo l’uso delle droghe, ma anche «l’assunzione di stimolanti nello sport e le sfide in auto o in moto». In particolare i vescovi chiedono alle autorità civili che vengano «valorizzati quegli aspetti della legge 194 che si pongono sul versante della tutela della maternità e dell’aiuto alle donne che si trovano in difficoltà di fronte a una gravidanza ».

LE REAZIONI—Critichema anche apprezzamento al documento della Cei. «Mi stupisce che la Cei non riprenda il governo sul fatto che anche in questa finanziaria la famiglia è così bistrattata», ha commentato Livia Turco (Ds). Daniele Capezzone, segretario dei Radicali, ha accusato i vescovi di «colpevolizzare e offendere le donne». Enrico Boselli, presidente dello Sdi, è «molto preoccupato » perché «non passa giorno senza un attacco alla 194». Francesca Martini, della Lega, si è detta d’accordo con le posizioni espresse dalla Cei sulla legge 194. Analogo il commento di Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc.