RADICALI ROMA

Aborto, la proposta di Cesa

ROMA – Istituire una commissione parlamentare di indagine, in questa legislatura, “per fare luce in pochi mesi sull’attuazione della legge sull’aborto”. La proposta è del segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, che incassa un coro di no dall’opposizione.

Obiettivo di questa commissione, spiega Cesa, è quello di creare le condizioni “sin dall’inizio della prossima legislatura, per una sua integrale applicazione. La 194 è una legge dello Stato – prosegue Cesa – e come tale va rispettata. Non è all’ordine del giorno l’ipotesi di un suo cambiamento. Ciò che è indispensabile è però la verifica del suo funzionamento poichè a nostro parere vi sono molte parti – conclude il segretario dell’Udc – non applicate o disattese”.

“Non prendiamoci in giro, non scherziamo”, dice Daniele Capezzone, segretario dei Radicali italiani, che parla di un “puro e semplice luogo di propaganda elettorale (con concorrenza Udc-Storace) sulla pelle delle donne”.

Duro anche Paolo Cento. Per l’esponente dei verdi la proposta di Cesa “va respinta al mittente”. Secondo il parlamentare del centrosinistra “il vero obiettivo di questa destra è in realtà quello di attaccare la legge 194, mettere sotto tutela i consultori, colpire l’ autodeterminazione delle donne”. Preoccupato il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro: “Terrorizzare le donne, già in una situazione di difficoltà significa incentivare la piaga degli aborti clandestini, non certo la difesa della vita”.

Non si affievolisce, dunque, la polemica tra centrodestra e centrosinistra dopo l’ipotesi avanzata dal ministro della sanità Francesco Storace, di una presenza dei volontari del movimento della vita nei consultori. I due schieramenti rimangono sulle loro posizioni, sia pure con alcuni distinguo, come quello fatto dal vicecoordinatore di Forza Italia Fabrizio Cicchitto che mette in guardia dai rischi di una radicalizzazione dello scontro, ponendo dei seri dubbi sia sulla pillola del giorno dopo sia sulla presenza dei volontari nei consultori.
<!–inserto–>E se da un lato Marco Rizzo, dei comunisti italiani, spiega la polemica sulla pillola Ru486 come la conferma di una visione “oscurantista e medioevale” della Cdl, dall’altro Rocco Buttiglione polemizza dicendo di “apprendere” solo ora che “i cattolici non hanno titolo per poter mettere piede nei consultori”.

Forti dubbi sulla legittimità dei “suggerimenti” della Chiesa al governo italiano su cosa fare nei consultori viene dal presidente dei deputati diessini Luciano Violante; mentre proprio il ministro della sanità dice a chiare lettere di voler solo risolvere il problema dell’attuazione piena della legge 194. Ma, sia pur ritenendo positiva l’iniziativa di Cesa, (“Mi sembra una buona idea ma decide il Parlamento”), chiude il capitolo della commissione d’inchiesta facendo riferimento alla mancanza dei tempi tecnici indispensabili sul finire della legislatura.