RADICALI ROMA

Aborto terapeutico, San Camillo Roma, Viale: no a obiettori nelle commissioni di inchiesta. Regioni e università inadempienti su 194.

  Silvio Viale, ginecologo, membro radicale della Direzione Nazionale della Rosa nel Pugno, dopo avere ascoltato quanto annunciato a “Viva Voce” (Radio24) dal direttore sanitario dell’Ospedale San Camillo Forlanini,  Dott. Fulvio Forino, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
 
“Lo scaricabarile del Dott. Fulvio Forino è indecente. Al San Camillo Forlanini di Roma si sta creando un clima persecutorio nei confronti dei medici che accettano di eseguire gli aborti terapeutici tardivi, con lo scopo di intimidirli e limitare la loro autonomia profesionale.
La questione dell’aborto terapeutico (ITG) non può essere affidata ad un tribunale di obiettori, che per principio sono contrari all’aborto in ogni caso. Il consenso informato può seguire delle lineeguida del’azienda, spesso vi sono dei moduli standard a fotocopia, ma è un atto medico, che può essere integrato in rapporto alla specficità di ogni caso, sia dal medico che dal paziente. E’ in atto una campagna selvaggia contro i medici che eseguono aborti. L’obiettivo è quello di indurli all’obiezione e a non eseguire aborti tardivi, con il chiaro messaggio che chi farà cosi avrà meno grane legali.
 
Proprio durante la trasmissione “Viva Voce”, il Dott.Fulvio Forino e Olimpia Tarsi hanno dato una dimostrazione di come il pregiudizio possa stravolgere gli aspetti legali, sanitari e scientifici.
 
Voglio ricordare che i medici, cosiddetti “non obiettori”, operano nelle IVG con la stesa professionalità con cui fanno tutte le altre cose, con l’unica differemza che fanno un lavoro in più, che i medici “obiettori” non fanno. Le procedure e la valutazione per autorizzare (entro il 90° giorno) o per decidere (dopo il 90° giorno) l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza sono affidate dalla legge 194 ai medici, che non si avvalgono dell’obiezione. I medici, che fanno le IVG e le ITG, non possono in alcun modo essere considerati dei tifosi dell’aborto; non è etico che siano inquisiti da medici obiettori e da esponenti dei gruppi antiabortisti.
 
Purtroppo le intere problematiche della 194 sono state trascurate per decenni, impedendo il confronto clinuico e l’aggiornamento scientifico. Come in tutti gli altri settori della medicina è fondamentale che i medici si confrontoni costantemente, ma su questo le Regioni, le Univerisità e le Aziende sanitarie sono inadempienti, nonostante sia un obbligo di legge (art. 15 della 194/78). Spetta al ministero prendere l’iniziativa, prima della prossima inevitabile polemica, considerando che gli operatori della 194 sono solo dei “Servitori dello Stato” che, per adesione volontaria, garantiscono l’applicazione di una legge dello Stato.”