Sui 22 distributori italiani, Acea è la società che presenta il peggior saldo tra incentivi e penalità. Il livello di interruzione di energia elettrica a Roma e’ di 60 minuti per abitante l’anno, di molto superiore a quello di Torino (27 minuti), di Milano (34,5) e della media italiana che e’ di 37 minuti, con conseguenti effetti negativi sul sistema produttivo ed economico italiano.
Sono questi i punti salienti che il presidente dell’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali del Comune di Roma, Bernardo Pizzetti, ha raccolto in una lettera che ha spedito al sindaco Walter Veltroni affinché intervenga per migliorare servizio. La lettera si conclude con una richiesta di intervento del sindaco “affinche’, in qualità di azionista di maggioranza di Acea spa, possa dettare i necessari indirizzi a tutela della sicurezza e della continuità del servizio reso all’utenza”.
Il calcolo dell’indicatore e stato riferito alle sole interruzioni di responsabilita’ dell’esercente, cioe’ non attribuite a cause esterne o di forza maggiore quali, ad esempio, i lavori per scavi stradali. ”Tale indicatore quindi – si legge nella lettera che Pizzetti ha inviato al sindaco Veltroni – si rivela particolarmente sensibile nel cogliere gli aspetti dei disservizi imputabili all’efficienza o all’inefficienza della singola azienda distributrice”. I dati evidenziano ”un quadro in cui – si legge – emerge strutturale e non episodica difficolta’ della situazione romana. Infatti dal 1998 ad oggi la maggior parte delle gestioni che partiva da situazioni particolarmente critiche e da valori superiori ad Acea in termini di minuti di interruzione (quasi tutte le gestioni Enel del centro e del Mezzogiorno, ad esempio) sono state in grado di produrre miglioramento costanti e a tassi accelerati tali da posizionarsi tutte, con la sola eccezione della Campania dal 2005, su valori inferiori a quelli conseguiti da Acea nel corso degli anni la quale, nel periodo considerato, ha ottenuto un tasso di miglioramento del 18% a fronte di percentuali oscillanti tra il 47% e il 79% delle gestioni Enel piu’ critiche”.
AN: “LAMPIONI ACCESI ANCHE DI GIORNO”
Rincara la dose Alleanza nazionale. “Da settimane segnalo e denuncio decine di casi di lampioni dell’illuminazione pubblica accesi durante il giorno. E’ uno spreco di denaro pubblico di cui qualcuno deve essere responsabile”, afferma il consigliere comunale Fabio Sabbatani Schiuma, che ha presentato in materia un’interrogazione urgente al sindaco. “Da piazza Navona – continua – fino a via San Giovanni in Laterano, da Corso Rinascimento fino alla periferia, queste disfunzioni provocano l’accensione dei lampioni alla luce del sole. Nel frattempo – conclude Schiuma – l’Acea ha dei ritardi mostruosi nella riparazione dei guasti e nell’installazione di nuovi lampioni specialmente nelle zone periferiche”.
CODICI: “CONTRATTO DI SERVIZIO DA RIVEDERE”
”I risultati resi noti dall’Autorita’ per l’Energia Elettrica ed il Gas (Aeeg) in merito ad Acea sono un campanello d’allarme per la qualita’ del servizio di illuminazione che Acea spa offre alla Capitale”. Lo afferma in una nota Codici che, in piu’ occasioni, aveva mostrato la propria perplessita’ in relazione al Contratto di Servizio di illuminazione pubblica, stipulato tra Acea spa e Campidoglio, chiedendone l’annullamento in sede giudiziaria e presentando un esposto alla Corte dei Conti.
“Livelli di criticita’ e assenza delle Associazioni dei consumatori – si legge – erano i problemi riscontrati nel contratto, conformemente al parere rilasciato dall’Agenzia, che anche oggi si e’ pronunciata in maniera estremamente negativa sui dati resi noti dall’Aeeg”. Secondo il Codici, ”tra le inefficienze del servizio di Acea spa, ed i relativi ‘favoreggiamenti’ presenti sul Contratto, vogliamo ricordare gli standard fissati per i tempi massimi di intervento e riparazioni, che aumentano per ogni tipologia di guasto (il contratto firmato stabilisce tempi di intervento in giorni lavorativi e non solari, cosa evidentemente in favore della società); il pagamento costante di penali, per disservizi vari, il cui importo unitario nel contratto risulta fortemente ridotto, pur in presenza di un evidente allungamento dei tempi di ripristino. Ma la cosa che e’ piu’ scandalosa – spiega il segretario nazionale Ivano Giacomelli – e’ che il parere dell’Agenzia sul Contratto, sebbene negativo, e’ stato totalmente ignorato, e che anzi, mentre la stessa Agenzia era in procinto di formularlo, la Giunta approvava lo schema di Contratto. Tale parere, insomma, era una banalissima prassi, una mera procedura di copertura. Il Comune di Roma, dinanzi a questi dati da raccapriccio ed in qualita’ di azionista di maggioranza, ancora non fa niente, ponendosi in una posizione imbarazzante”