RADICALI ROMA

Al Belli di Roma “Alan Turing e la mela avvelenata” il successo di “Garofano Verde 2008”. di Lucio De Angelis

 

Al Belli di Roma “Alan Turing e la mela avvelenata” il successo di “Garofano Verde 2008”

di Lucio De Angelis

Gianni De Feo, affiancato dalla voce fuori campo di Stefano Molinari, è Alan Turing nel monologo di Massimo Vincenzi “Alan Turing e la mela avvelenata” in un dialogo immaginario fra lui e sua madre, tra lettere forse mai scritte e dialoghi forse mai avvenuti.

A scandire il ritmo di questa conversazione fuori dal tempo le voci del Tribunale, dove in nome della Regina si decide la rovina di una delle menti più geniali del XX secolo.

Pur attraverso una libera ricomposizione, gran parte delle parole, dei concetti e degli episodi raccontati in questo spettacolo sono stati realmente pronunciati, lasciati scritti e accaduti al matematico.

Lo spettacolo è stato presentato in anteprima al Garofano Verde 2008 – scenari di teatro omosessuale – rassegna curata da Rodolfo di Giammarco, riscuotendo un grande successo di pubblico.

Lo scienziato è stato forse il matematico il cui lavoro ha avuto un’influenza eccezionale anche al di fuori del campo astratto della logica. È stato, infatti, uno dei pionieri dello studio della logica dei computer ed il primo ad interessarsi all’argomento dell’intelligenza artificiale.

Il suo lavoro è stato di importanza cruciale per i destini della seconda guerra mondiale. Turing, infatti, elaborò una macchina chiamata ‘Colossus’, che decifrava in modo veloce ed efficiente i codici creati da ‘Enigma’, la macchina utilizzata dai tedeschi per criptare le proprie comunicazioni. Era il primo passo verso il computer digitale.

A titolo di ringraziamento per i suoi servizi l’Inghilterra dapprima lo decorò con l’Ordine dell’Impero Britannico, poi lo fece membro della Royal Society, ed infine lo processò per atti osceni in quanto omosessuale, condannandolo alla castrazione chimica.

Ipersensibile, incompreso, circondato dallo scetticismo e dall’ostilità dell’ambiente scientifico, il matematico inglese si suicidò mangiando una mela al cianuro.

Fu un uomo piuttosto stravagante: grande sportivo (soprattutto la corsa, ma anche tennis, canottaggio e ciclismo), andava in bicicletta con la maschera antigas nei periodi dell’impollinazione, giocava a tennis nudo con indosso solo un impermeabile, legava la tazza da tè al termosifone con un lucchetto, portava la giacca del pigiama al posto della camicia, gettava nel cestino le lettere della madre senza leggerle.

Non sopportava gli sciocchi, ed abbandonava le conversazioni vuote e le compagnie idiote repentinamente, e senza una parola di commiato. Imparò a fare la maglia da una ragazza che aveva deciso di sposare, nonostante la propria omosessualità.

Il suo aspetto era trasandato, con la barba sempre lunga e le unghie sporche. Per certi versi fu infantile, si fece regalare un orsacchiotto di pezza per Natale, a ventidue anni, e perse letteralmente la testa per il film “Biancaneve”, canticchiando per giorni le canzoni e il ritornello dell’incantesimo della strega (sulla mela avvelenata), quindici anni prima di scegliere tale metodo per suicidarsi.

Una leggenda dice che il logo della Apple sia un omaggio a lui, tuttavia, l’azienda non ha mai confermato né smentito questa notizia.

 

Una delle sue caratteristiche fu di non usare il lavoro di scienziati precedenti, bensì di ricreare le scoperte precedenti. Trasferitosi alla Princeton University iniziò ad esplorare quella che poi verrà definita come la ‘Macchina di Turing’, che non è altro che l’odierno computer.

Egli descrisse una macchina che sarebbe stata capace di leggere una serie su una banda composta dalle cifre uno e zero. Questi uni e questi zeri descrivevano i passaggi che erano necessari per risolvere un particolare problema o per svolgere un certo compito.

La macchina avrebbe letto ogni passaggio e l’avrebbe svolto in sequenza dando la risposta giusta. Questo concetto era rivoluzionario per quel tempo in quanto molti computer negli anni ’50 erano progettati per un scopo preciso o per uno spettro limitato di scopi.

ALAN TURING E LA MELA AVVELENATA

di Massimo Vincenzi

con Gianni De Feo

voce fuori campo di Stefano Molinari

musiche di Francesco Verdinelli

regia di Carlo Emilio Lerici

dal 24 marzo al 5 aprile – Teatro Belli