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Al Piccolo Eliseo Patroni Griffi “Il ragazzo e la sua betoniera” “Premio Annalisa Scafi 2008” – di L.D.A.

Fino all’8 marzo è in scena al Piccolo Eliseo Patroni Griffi “Il ragazzo e la sua betoniera – ovvero meglio la grammatica della pratica”, testo vincitore del ‘Premio Annalisa Scafi 2008’ concorso di drammaturgia penitenziaria, diretto da  Emanuela Giordano, con ad interpreti quattro giovani professionisti: Claudia Gusmano, Stefano Mereu, Laura Rovetti, Adriano Saleri.

 

Lo spettacolo si inserisce nel progetto ‘Teatro e Carcere’, ormai giunto alla sua terza edizione, nato dalla collaborazione tra il “Centro Studi Enrico Maria Salerno” e il Teatro Eliseo con l’intento di partecipare alla promozione delle iniziative teatrali di qualità, che prendono forma all’interno del sistema penitenziario Italiano.

 

Per il terzo anno consecutivo il Teatro Eliseo apre le porte alle esperienze legate alle arti sceniche che prendono vita nell’ambito delle realtà carcerarie, includendo due degli spettacoli della rassegna (“Gadda vs Genet” e “Il ragazzo e la sua betoniera – ovvero meglio la grammatica della pratica”) nelle formule di abbonamento.

 

L’esperienza e i successi di questi anni hanno dimostrato come il  progetto ‘Teatro e Carcere’ rappresenti un esempio di concreto reinserimento ed è testimonianza di quanto possa essere importante il contributo dell’impresa teatrale privata ai percorsi educativi e formativi disposti dall’Amministrazione Penitenziaria in materia di spettacolo e alla sensibilizzazione del pubblico sul difficile tema della detenzione, del recupero e della legalità.
 
Questo atto unico, frutto di una scrittura collettiva e Premio Scafi 2008, giunge dalla Casa Circondariale di Sassari ed é diretto da Emanuela Giordano, che ha curato anche l’adattamento insieme agli autori Raimondo Contini, Raimondo Muntoni, Giovanni Pietro Asara, Luca Michele Falchi, Marco Lucariello, Bachisio Montesu, Salvatore Nurra, Massimo Perandria, Salvatore Piana, Giovanni Angelo Piras, Sergio Pischedda e Salvatore Tuccio. 

 

Il Premio, voluto dalla sig.ra Carmen Pignataro e dalla stessa Giordano, con l’organizzazione dell’associazione culturale ‘Maschera d’Oro Eventi’, é promosso e sostenuto dall’Amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia.

 

Questo progetto speciale per il sostegno alla scrittura e drammaturgia penitenziaria si rivolge ai tanti detenuti “scrittori” sparsi nelle 207 prigioni nazionali. Inconsapevoli artisti, probabilmente. Ed in questo individua nuovi spazi per l’azione trattamentale e attiva nuove iniziative di promozione sociale e culturale, che hanno come oggetto una scrittura creativa, orientabile alla messinscena teatrale per offrire un’occasione di valutazione professionale e di sostegno produttivo per una produzione letteraria diffusa.

 

Un concorso esclusivamente destinato a una drammaturgia mai prima d’ora emersa. Quel segmento di drammaturgia contemporanea che trova nel carcere uno dei suoi luoghi deputati e nei reclusi i potenziali autori di un significativa parte del Teatro Civile nazionale.

 

Il lavoro, premiato quest’anno, affidato a dieci cartelle di racconto, è stato successivamente sviluppato in riunioni collettive con gli autori ed ulteriormente verificato con gli attori, acquisendo così la struttura di un atto unico compiuto.

 

La storia narrata è quella di Giuseppe, ragazzo nulla facente con l’unica passione di collezionare abiti ed accessori firmati, mandato a lavorare in un cantiere edile da un padre abbrutito dalla fatica e poco propenso al dialogo. L’esperienza è disastrosa. Giuseppe scappa dal cantiere, ma non dice nulla in famiglia.

 

I genitori si illudono che abbia trovato la sua strada e cominciano a fare castelli in aria. A scadenza settimanale Giuseppe è visitato nel sogno da Zirulìa, una sua severa professoressa che lo ha bocciato.

 

La donna assume alternativamente il ruolo di fata turchina (poco incline al pietismo) e di fata morgana tentatrice. Sono naturalmente le due anime contrapposte del ragazzo, incapace di scegliere quale strada percorrere: quella della bugia, del nichilismo senza uscita, dello sfruttamento protratto delle scarse risorse famigliari, o quella più faticosa che necessita rigore e fatica, un investimento su se stessi, sulle proprie capacità.

 

Un incubo finale costringe Giuseppe a prendere una decisione. Dopo qualche settimana la finzione viene scoperta. Giuseppe si scontra con il padre, si fa picchiare, senza difendersi. Ammette di aver abbandonato il cantiere, ma svela di essere tornato a scuola, e di aver recuperato i brutti voti. I genitori increduli davanti ad una pagella di sufficienze non possono che capitolare e sperare in una svolta sincera e duratura.

 

Stefano Mereu e Adriano Salieri non si “scollano” mai dal loro ruolo di padre e figlio, ma contribuiscono con un intervento ritmico a sostenere “il coro” la storia narrata Claudia Gusmano e Laura Rovetti, un’inedita coppia di affabulatrici, che interpretano via via tutti i ruoli chiave in un divertito e continuo gioco di parti.

 

La loro efficace e simpaticissima recitazione, sotto l’esperta regia della Giordano, già preziosa nel coordinamento degli autori, ha reso l’atto unico gradevolissimo, donandogli una freschezza forse impensabile da parte di autori costretti in una prigione.

 

Il sardo ( un sardo composto da tanti sardi possibili ) è la lingua guida del racconto in modo non abusato per limiti oggettivi di comprensione. Questo dialetto si presta alla sferzata ironica, di cui non si poteva fare a meno in questa storia, dove non c’è un eroe positivo e ci vuole l’intervento di una fata per ridare speranza al sogno.
 
Teatro: Piccolo Eliseo Patroni Griffi
Città: Roma
Titolo: “Il ragazzo e la sua betoniera, ovvero meglio la grammatica della pratica”
Autori: Raimondo Contini, Raimondo Muntoni, Giovanni Pietro Asara, Luca Michele Falchi, Marco Lucariello, Bachisio Montesu, Salvatore Nurra, Massimo Perandria, Salvatore Piana, Giovanni Angelo Piras, Sergio Pischedda, Salvatore Tuccio
Interpreti: Claudia Gusmano, Stefano Mereu, Laura Rovetti, Adriano Salieri
Musiche: Tommaso Di Giulio
Adattamento e regia: Emanuela Giordano
Musiche: Tommaso Di Giulio
Scenografia: Marta Gargano
Aiuto regia Luna Manca
Periodo: fino all’8 marzo