RADICALI ROMA

Al Valle di Roma un’allucinata Lunetta Savino in “Casa di Bambola – L'altra Nora” di Lucio De Angelis

“Casa di bambola” è il testo più noto di Henrik Ibsen, che scrivendolo pose le basi per la nascita del teatro borghese moderno; “Casa di Bambola – L’altra Nora” è invece la riscrittura di Leo Muscato, che ci propone un’altra protagonista, trasferendo i personaggi dal 1879 al 2007 e portandoli sulla scena con la loro miseria e il loro inalterato dolore nella nostra ordinaria contemporaneità.

 

Il personaggio di Nora Helmer, creato dall’autore norvegese e penetrato così in profondità nell’immaginario collettivo, è stato ricalcato in maniera piuttosto decisa, su una donna veramente esistita. Si chiamava Laura Petersen, norvegese anche lei, letterata di qualche fama che Ibsen incontrò diverse volte.

 

I due ebbero un rapporto epistolare dal quale si evince una certa infatuazione, dell’ormai maturo scrittore, verso quella donna giovane e attraente, che lo adulava con i suoi scritti. La donna era affetta da una sorta di fragilità mentale, che agli occhi di Ibsen la facevano sembrare ancora più interessante.

 

Lui la chiamava “la mia allodola” perché era un po’ “svolazzante”, “pazzerella”. Aveva la tendenza a fare degli acquisti un po’ improvvidi, e senza l’autorizzazione del marito. Per questo, spesso, chiedeva dei soldi in prestito che poi non era in grado di restituire.

 

Quando suo marito si ammalò di tubercolosi, lei, per portarlo in paesi dal clima salubre, contrasse – a sua insaputa – un ingente debito con la garanzia di un amico. Scoppiò uno scandalo: la donna, conosciuta in tutta la Norvegia, ebbe un crollo nervoso e questa volta cominciò a manifestare segni evidenti di squilibrio.

 

Suo marito, prima la fece rinchiudere in manicomio, poi chiese la separazione, con l’intento di toglierle i bambini. “Noi donne siamo trattate assai peggio delle bestie, le cui femmine possono almeno tenere i propri piccoli !”, commentò Laura, che solo in seguito riuscì a ricomporre il suo triste legame coniugale, ma s’immagina benissimo a quale prezzo.

 

Lo spettacolo di Muscato si concentra su questo personaggio che, a partire dal reale spunto dell’autore norvegese, presenta anche lei una sorta di fragilità mentale, supportata dalla bella interpretazione di Lunetta Savino.

 

L’eroina, simbolo di tanto femminismo, diventa una donna di oggi che ha perso i riferimenti spazio temporali che la relegavano alla sua epoca per sintonizzarsi, invece, con la contemporaneità di un linguaggio di oggi.

 

La cronaca quotidiana è la reale protagonista, affinché lo spettatore ritrovi un universo domestico a lui congeniale. Emergono così, immediatamente prepotenti, le domande che un tempo resero cocenti e scandalose le denunce del lavoro di Ibsen, in una rivisitazione che cerca di salvaguardare il “rapporto di vicinanza” fra i protagonisti della storia e coloro che la guardano.

 

Una rielaborazione che mostra una Nora alterata e maniacale – con le orecchie tappate al mondo mentre ascolta la musica, con tre figli che non ci sono mai anche se è Natale ed un marito egoista e ambizioso che fa l’avvocato, ma si spinge verso una promettente carriera politica – che risulta più umana delle donne convenzionali.
 
In scena, una qualunque donna della porta accanto, che agisce secondo gli impulsi e le bizzarie di Ibsen, ma in un contesto attualizzato. Una donna “avvitata” nella difficoltà di sostenere le complessità familiari, di subire i dolori, di essere strana ma vitale, sempre depressa per il suo sacrificarsi per un marito che non la gratifica in nessun modo, mai.

 

In fondo, anche in questa nuova ‘casa di bambola’ emerge una realtà familiare inquietante, popolata da individui problematici, occupati a provocare l’un l’altro dolori e sofferenze, nel disperato tentativo di risanare vecchie ferite.

 

“L’altra Nora” di oggi non è diversa da quella Nora, che scandalizzò i contemporanei di Ibsen. E’ solo passato del tempo in mezzo: certo non produce più lo stesso scandalo, ma lo zoo di ottusa e tragicomica autodistruzione che la circonda è lo stesso.
 
Affiancano la brava Lunetta Savino, Paolo Bessegato, Riccardo Zinna,  Salvatore Landolina, Carlina Torta e Rei Ota.

 

Le scene sono di Antonio Panzuto, i costumi di Federica Sala ed il disegno luci di Alessandro Verrazzi.

 

In scena fino al 15 marzo.

 

Teatro: Valle
Città: Roma
Titolo: Casa di Bambola – L’altra Nora       da ‘Casa di Bambola’ di Henrik Ibsen
Drammaturgia e regia: Leo Muscato
Interpreti: Lunetta Savino, Paolo Bessegato, Riccardo Zinna,  Salvatore Landolina, Carlina Torta e Rei Ota
Scene: Antonio Panzuto
Costumi: Federica Sala
Disegno luci: Alessandro Verazzi
Periodo: fino al 15 marzo