RADICALI ROMA

Alla Galleria ‘Alberto Sordi’ la Serata Futurista tendente più al fanatico che all’ironico di Lucio de Angelis

Nonostante i problemi che la affliggono, come tutte le metropoli, Roma riesce sempre a sorprendere  piacevolmente. E ciò non solo ad uso dei turisti, ma forse ancor più degli stessi romani.
S’era molto reclamizzata l’apertura delle manifestazioni sul Futurismo che dovevano iniziare nella presunta data della prima pubblicazione del Manifesto di Marinetti, il 20 febbraio di cento anni fa, e circolava un certo scetticismo sui risultati.
Si sarebbe trattato di una specie di notte bianca – zero gradi permettendo – che avrebbe coinvolto il centro cittadino, con allettanti e anche un po’ provocatorie proposte. Alle 21 Piazza Colonna era alquanto deserta, via del Corso pedonalizzata era attraversata da Piazza Venezia a Piazza del Popolo  da  un potente fascio di luce verde smeraldo, grazie ad un complesso sistema laser ad altissima definizione su progetto di Giancarlo Cauteruccio, poi, più nulla!
Meno di un’ora dopo Piazza Colonna brulicava di gente col naso in su verso la facciata di Palazzo Wedekind, dove, sotto l’orologio, un individuo imbracato ed appeso col corpo rivolto verso un enorme lenzuolo verticale, dipingeva velocemente.
Era la performance neofuturista  di Giuliano Del Sorbo, (ma non si professava futurista anche quel signore che ha  fatto rotolare le palline sulla scalinata di Trinità dei Monti e ha poi colorato Fontana di Trevi?)  una ‘pittura estrema’  da realizzare in pochissimo tempo.
E mentre tutti si concentravano sull’evento, si spalancavano (finalmente!) i cancelli della Galleria ‘Alberto Sordi’, e centinaia di persone sono state sorprese dal vedere nascere in una delle navate un vero e proprio teatro, con palcoscenico, file di sedie, corridoio centrale, impianti luci.
L’Associazione ZTL (ma non si tratta di una zona a traffico limitato?)  ha presentato a un pubblico foltissimo, molto superiore ai posti disponibili, e disciplinatamente in piedi intorno allo spazio teatrale, uno spettacolo celebrativo del Futurismo dal titolo ‘Donne Velocità Pericolo’.
La realizzazione è stata curata da Francesco Sala, Viola Panaro ed Edoardo Sylos Labini, che ne è stato anche interprete, insieme con  Federica Di Martino, Raffaela Siniscalchi, Francesco Maria Cordella e il dj Antonello Aprea.
I testi, assemblati grazie alle ricerche di Luce Marinetti, hanno così permesso di utilizzare materiale tratto da tre romanzi marinettiani meno noti, insieme con tanti altri brani dichiaratamente futuristi, compresi alcuni stralci dei Manifesti di corrente.
Ne è venuto fuori uno spettacolo arricchito da effetti sonori di pregio, tant’è che il ‘rumore’ come suono è forse a buon diritto citabile tra i protagonisti. Motivo conduttore dell’intero pezzo teatrale è il treno, galeotto e a volte ruffiano, dove le persone svolgono una vita parallela a quella ordinaria, diventando  senza saperlo veicolo esse stesse, identificandosi nella velocità, nella potenza dell’acciaio e delle macchine in generale, primo passo verso il vero, indiscutibile progresso odierno.
Ma il Futurismo è anche affermazione della donna nei campi più diversi, essa stessa come viaggiatrice e veicolo verso  nuove mete, anche se il Manifesto di Marinetti la mette indiscutibilmente all’indice. Ed infine il Futurismo è sprezzo del pericolo, occhieggiamento compiaciuto verso il nazionalismo, e quindi partecipazione bellica.
Un Futurismo – quello dello spettacolo in questione – drammatico e appassionato, più tendente al fanatico, dunque, che non all’ironico: c’è infatti da chiedersi dove siano finite le splendide poesie di Regazzoni o dello stesso Marinetti. 
Dimenticavo: all’uscita della Galleria Sordi in Piazza Colonna il pittore aereo non c’era più  ma aveva lasciato il suo capolavoro, un forzuto e surreale personaggio futurista dipinto sul lenzuolo.