RADICALI ROMA

All’Olimpico di Roma “Bollywood”, fantastico spettacolo di danza e musica.

All’Olimpico di Roma “Bollywood”, fantastico spettacolo di danza e musica.

 

di Lucio De Angelis

 

Fino al 17 maggio “Bollywood – The Show!”, lo straordinario spettacolo indiano di musica e danza di fama internazionale, é in scena per la prima volta all’Olimpico di Roma con una grande compagnia composta da 23 ballerini e attori e più di 1.000 costumi: un vero e proprio evento teatrale! 

 

Lo spettacolo riprende i motivi, le coreografie e le più fortunate colonne sonore di 80 anni di storia cinematografica indiana in un mélange suggestivo di danza, teatro, musical e film.

 

Gli spettacolari contrasti tra la tradizione indiana e l’affascinante mondo del cinema vengono ricomposti all’interno di una tipica storia d’amore “bollywoodiana”. La trama, ispirata alla realtà, si basa sulla saga familiare di una delle più famose dinastie cinematografiche indiane, la Merchant Family.

 

Le scene di danza dello show sono state create proprio da Vaibhavi Merchant, coreografa di grande successo nonché la più giovane della famiglia Merchant. L’artista, premiata con l’ “Oscar indiano”, ha per altro firmato le coreografie per i balletti del film candidato all’Oscar “Lagaan”.

 

La musica dello spettacolo è stata composta e arrangiata da Salim e Sulaiman Merchant, che sono tra i più grandi compositori di colonne sonore cinematografiche della nuova generazione di Bollywood.

 

Sono loro che hanno firmato le musiche del film campione d’incassi “Dhoom”, e per questo spettacolo hanno realizzato un mix congeniale di ritmi tradizionali e delle più celebri hit musicali del cinema bollywoodiano.

 

L’originale produzione di Mumbai è un viaggio che va dall’India tradizionale al mondo dorato del cinema bollywoodiano, ricco di immagini, bella musica e danze che spaziano dal tradizionale Kathak fino al più moderno hip hop.

 

Il “Times” di queste danze e dei ballerini scrive: “La loro energia è elettrizzante, i loro movimenti soffusi con slanci di gioia ma allo stesso tempo spietatamente precisi e il flusso frenetico dell’attività sul palco è quasi ininterrotto. È un piacere ad alto contenuto di ottani che riscalda le più fredde notti invernali.”

 

Le produzioni cinematografiche di Bollywood appassionano per il loro esotismo: le storie d’amore vengono inserite nell’affascinante tradizione indiana, in suoni e danze insoliti per il pubblico occidentale.

 

Elaborati effetti di luce e coloratissimi costumi offrono allo spettatore una vera e propria festa dei sensi della durata di due ore. I costumi provengono dall’atelier dello stilista Bipin Tannas, che ha vestito le star di Bollywood per tutti i più grandi film indiani. Nei suoi laboratori vengono lavorati e immagazzinati innumerevoli pallettes, bottoni, strass, tele di seta e costumi di tutti i colori.

 

Lo spettacolo è stato un successo in tutti e quattro i continenti: in Australia, Asia, Europa e Africa.  Per questa nuova tournée Vaibhavi e sua sorella Shruti Merchant hanno integrato nello show le ultime hit tratte dai nuovi campioni d’incasso di Bollywood.

 

Lo show è una vera storia di Bollywood con il giusto dosaggio tra il conflitto, la storia d’amore e il lieto fine! Lo spettacolo unisce la fiction alla realtà. Il conflitto tra Ayesha (coreografa e regista moderna di successo), e suo nonno Shantilal (il grande re del cinema tradizionale indiano), è tratto infatti dalla storia familiare di Vaibhavi Merchant, la coreografa dello spettacolo.

 

La vicenda ha inizio in India, nei deserti della regione del Rajastan, nel tempio di Shiva. La famiglia Merchant è custode della tradizione della danza Kathak (la danza degli dei). Shantilal Merchant è l’ultimo esponente di una lunga stirpe di guru e ora la tradizione rischia di estinguersi.

 

In passato, nell’era d’oro dell’industria cinematografica di Bollywood, aveva lavorato come regista e coreografo. La lacerazione del paese aveva spezzato il cuore e l’anima della gente e Shantilal pensava che il cinema avrebbe potuto curarne le ferite.

 

In un momento in cui l’industria cinematografica rischiava di diventare estremamente commerciale e anarchica, corrotta dalle mode occidentali e denaro sporco, Shantilal aveva fondato una scuola di danza nel deserto, nella quale insegnava e manteneva in vita le danze tradizionali folcloristiche.

 

Contro il suo volere, sua nipote Ayesha abbandona il Rajastan diventando la regina tra le coreografe e le registe della Bollywood contemporanea. La chiamano “la principessa delle storie d’amore” e tutto ciò che tocca si trasforma in oro.

 

Nonostante appartengano alla stessa famiglia, la loro concezione di coreografia cinematografica non potrebbe essere più diversa: Shantilal crede che il cinema possa cambiare la vita delle persone, mentre Ayesha sostiene che il cinema possa aiutare la gente a fuggire dalla realtà.

 

Il conflitto risiede proprio nei concetti di realtà e fantasia. Il loro dissidio, che sembra essere insormontabile, nasce nel momento in cui Ayesha si ribella alla formazione classica, decisa a seguire lo stile di danza moderno occidentale.

 

Quando Ayesha viene a conoscenza dell’imminente morte del nonno, decide di fargli visita per rappacificarsi. Il suo viaggio la riporta nel cuore dell’India, nel deserto del Rajastan e quindi tra le braccia del suo amore d’infanzia Uday.

 

Ayesha viene letteralmente sopraffatta dalle coloratissime danze e dai ritmi martellanti dei tamburi delle feste folcloristiche del Rajastan e percepisce la forza della secolare tradizione familiare.

 

Nei templi si spengono i fuochi, Shantilal muore e non c’è nessuno che manterrà l’antica tradizione della danza degli dei. Ayesha decide di sposare Uday e di rimanere nel Rajastan per proseguire la scuola di danza del nonno mantenendo quindi la tradizione familiare, ma a suo modo: conducendo la scuola con un nuovo equilibrio tra moderno e antico. E così nel finale dello spettacolo assistiamo a una colorata, toccante ed energica fusione tra elementi di danza folcloristici, classici, moderni, occidentali e indiani.