ALTERNATIVI AL REGIME
Di Massimiliano Iervolino membro della Direzione Nazionale di Radicali
Italiani
Lettere-Quotidiano Terra pag.15
In questi giorni assistiamo all’ennesimo spettacolo desolante della
partitocrazia. Mi riferisco al dibattito surreale che, subito dopo
l’europee, si è aperto in Regione Lazio. Una vera e propria guerra tra
bande che, nella speranza di continuare ad acquisire potere, riempie le
pagine dei giornali di argomenti e dibattiti che non toccano minimamente
il vissuto della gente. Si passa dal rimpasto del Governo Marrazzo,
all’apertura delle due colazioni all’Udc, per finire ai problemi della
sinistra massimalista. Tutto questo avviene mentre la nostra Regione vive
problemi drammatici. Una sanità sempre falcidiata dai conti in rosso e
controllata costantemente dai partiti, una possibile emergenza rifiuti
che vede come unica soluzione partitocratica la diffusione della “cultura”
della discarica, una cementificazione selvaggia che, con un accordo
bipartisan, continua ad attanagliare il nostro territorio e, per finire,
un’assoluta mancanza di laicità dove, per esempio, le donne per trovare un
medico del pronto soccorso disposto a prescrivere la “pillola del giorno
dopo” sono costrette a girovagare la notte per gli ospedali romani. Tutti
questi problemi dovrebbero portare le formazioni politiche ad aprire un
dibattito ampio e serio, trascinando i cittadini della nostra regione alla
riflessione, magari anche allo scontro democratico che, come ormai diciamo
da decenni, è il sale delle migliori culture anglosassoni. Non vogliamo
dei cittadini succubi delle lotte interne ai partiti e non vogliamo che la
prossima campagna elettorale in regione Lazio si traduca in due mesi di
promesse, senza che prima ci sia un confronto democratico utile agli
elettori per decidere secondo il principio enaudiano del “conoscere per
deliberare”. Da parte nostra, nei mesi precedenti al voto dell’europee,
abbiamo molto riflettuto sul come far circolare le nostre proposte e sul
come sconfiggere l’immobilismo dei due schieramenti laziali. Partendo
dalla lettura dello Statuto della Regione Lazio ci siamo convinti che lo
strumento referendario regionale fosse il migliore per perseguire questi
obiettivi. Proprio per questo da due mesi, e fino al trenta settembre,
siamo impegnati nella raccolta di 50.000 firme su ognuno dei referendum
dai noi presentati. I quesiti sono otto (quattro propositivi e quattro
abrogativi) e sono un vero e proprio programma di Governo per il Lazio,
infatti riguardano: i rifiuti, le coppie di fatto, i costi della politica,
i vincoli paesistici e i finanziamenti nel turismo agli enti religiosi.
L’allontanamento dei cittadini dalla politica si supera solo attraverso lo
scontro su argomenti forti che toccano il vissuto di ognuno di noi.
Proprio per questo abbiamo incardinato questa iniziativa referendaria
regionale, come al solito vicini alla gente e alla legalità.