RADICALI ROMA

Ambiente, ticket sul Gra: più costi o benefici?

Credo che l’introduzione del pedaggio sul Grande Raccordo Anulare di Roma comporterebbe dei costi sociali, oltre che economici, maggiori dei benefici”.
È il commento dell’assessore agli Affari istituzionali della Regione Lazio Regino Brachetti ad uno studio-proposta di Legambiente sugli introiti economici derivanti da un ticket da applicare sul Gra per entrare a Roma.
“L’effetto immediato di tale misura ha proseguito Brachetti sarebbe la ricerca di percorsi alternativi, da parte degli automobilisti, con il conseguente intasamento del traffico al di fuori dell’anello”.
“Inoltre, il pedaggio andrebbe a penalizzare soprattutto le migliaia di pendolari che ogni giorno percorrono il Gra per motivi di lavoro – ha concluso Brachetti – tra l’altro, in questi ultimi anni, hanno patito, e in alcuni casi stanno ancora patendo, i pesantissimi disagi causati dai lavori per la terza corsia”.
Lo studio in questione è nazionale: secondo Legambiente i provvedimenti di road pricing da applicare a Roma e Milano, assicurerebbero circa 715 milioni di euro l’anno. In un caso elaborato dall’associazione, l’introduzione del pedaggio nei due centri, oltre a disincentivare il trasporto privato, offrirebbe un gettito costante per finanziare il potenziamento di quello pubblico i cui proventi, spiega Legambiente, coprono oggi appena il 35% delle spese di gestione del servizio. L’Italia, secondo le stime degli ambientalisti, perde ogni anno almeno 6.4 miliardi di euro, lo 0.6% del Pil, a causa dei problemi legati al traffico urbano.
L’ipotesi del caso studio per Roma riguarda la completa pedonalizzazione del centro storico, con ticket di ingresso alle aree immediatamente limitrofe al prezzo di 5 euro, parcheggi di scambio col trasporto pubblico esterni alla città gratuiti, parcheggi con tariffa oraria progressivamente più alta avvicinandosi al centro, e pedaggio di accesso al Grande raccordo anulare.
“Quella del road pricing ha dichiarato Roberto Della Seta presidente nazionale Legambiente è una scelta che permette di liberare grandi risorse da investire nel miglioramento del trasporto pubblico. Tutti i proventi della tariffa vengono destinati a potenziare l’offerta di mezzi pubblici e di forme di mobilità più sostenibile come la bicicletta, i taxi collettivi, i bus a chiamata, il car pooling e il car sharing. Potenziamento che, come a Londra, deve essere contemporaneo all’applicazione della tariffa”.
Col pedaggio urbano, spiegano gli ambientalisti, si raggiungono due tipi di obiettivi: quelli ambientali di lotta all’inquinamento, legati alla riduzione del traffico e al cambiamento degli stili di vita, portando gli utenti a selezionare gli spostamenti, ottimizzare l’uso dei veicoli, incentivando l uso della bicicletta, il car pooling e il car sharing. E contemporaneamente si incrementano le entrate della pubblica amministrazione per auto-finanziare interventi sul trasporto pubblico.
“L’introduzione del principio del ‘chi usa paga’ – ha aggiunto Della Seta – è l’unica chiave di volta per poter intervenire rapidamente sull’emergenza mobilità italiana: troppe auto in circolazione, servizi pubblici scadenti e senza risorse economiche. Bisogna cercare di innescare un circolo virtuoso: chi paga troverà strade più scorrevoli e parcheggi più liberi e, contemporaneamente, finanzierà un migliore e più comodo servizio di trasporto pubblico, che potrà anch’esso essere più veloce ed efficiente”.
Secondo la proposta dell’associazione, gli introiti dovrebbero essere interamente reinvestiti nel trasporto pubblico. Parallelamente andrebbero realizzati interventi di incremento delle corsie preferenziali, metropolitane rapide di superficie e collegamenti metropolitani per i pendolari.
A Roma, l’introduzione di un pedaggio di 2 euro sul Grande raccordo anulare, potrebbe portare nelle casse dell’amministrazione capitolina 328 milioni di euro l’anno, mentre il road pricing (con ticket d’accesso di almeno 5 euro per l’area semicentrale) potrebbe fruttare 127 milioni di euro l’anno.