RADICALI ROMA

Angiolo Bandinelli ricorda che Welby gli scrisse: “Ti ho visto vivere, ma non ti ho visto morire”. Si riferiva al padre e alla morte, una vicenda raccontata da altri. Speriamo che la censura non s’accanisca sulle colombe

E’ nella notte che il terrore mette le radici più profonde e paralizza il grido di paura. Io ti sentivo ansimare, perdere il ritmo, rantolare e chiedere il perché della vita. Io ti sentivo e ho chiesto, notte dopo notte, al Dio di misericordia, un gesto di pietà, una tregua al dolore. Ho chiesto di poter morire la tua morte, soffrire le tue sofferenze, ho chiesto di poterti restituire una parte di quello che tu mi avevi dato. Ma non c’è nessun Dio, né stelle, né pianeti, né scorciatoie, o vie di fuga, o nascondigli bui dove in silenzio aspettare un po’ di pace, restano soltanto i sentieri già percorsi, i sogni già sognati, il ricordo obbligato, vincolo doppio e noi forzati di un passato amico. Ti ho visto vivere, ma non ti ho visto morire. Ogni giorno, raschiando dalle ossa un rimasuglio di vita, mi chiedo come sia stato possibile. La nostra BSA, le viti e i bulloni, il carburatore sporco e le fasce-elastiche bruciate. L’odore penetrante del mastice, le mani unte di grasso. Tu ed io sempre insieme, tu ed io nella pioggia e nel sole. La tua pazienza e i miei occhi innocenti, la tua mano, il tuo corpo enorme, smisurato, possente, le tue radici profonde che mi scavavano dentro l’anima. Ti ho visto vivere ma non ti ho visto morire (…). Ti ho lasciato portar via illudendoti e illudendomi. Tornerai come sempre. Tornerai, tornerai. Non ti ho visto morire… Era il compagno dei cinghiali, il cugino delle lepri, degli scoiattoli, e la vita scuoteva la sua anima come il vento dell’est scuote i grappoli arancioni dei sorbi selvatici”.
Questo mi ha scritto, via e-mail, Piergiorgio Welby, il 25 novembre dell’anno scorso. Lui amava correre su e giù tra il presente e il passato, di cui era nostalgico. La persona di cui mi racconta la morte è il padre, l’amico delle scorribande, “nella pioggia e nel sole”, sulla moto BSA: una morte evidentemente per lui così dolorosa da inseguirlo nel tenace ricordo di una vita. “Ti ho visto vivere, ma non ti ho visto morire”, dice, al padre morto, Piergiorgio. Ma è sempre così, chi mai vede morire qualcuno? La morte è, crudamente, una vicenda raccontata da “altri”.