RADICALI ROMA

Arrestati con 3 grammi di hashish, è polemica

  Avevano in tasca uno spinello e tre grammi e mezzo di hashish: i carabinieri non hanno esitato, li hanno arrestati. A nulla sono servite le spiegazioni dei due ragazzi di Davoli, Catanzaro, diciannove anni il primo, professione idraulico, ventuno il secondo, insegnante di danza: le confezioni di “fumo” erano per loro, hanno provato a dire ai carabinieri. Inutilmente. Non sono scattate le manette perche il giorno dopo il pubblico ministero di turno non ha convalidato quel fermo. Ma sono esplose le polemiche.
 
 E’ da pochissimi giorni, il 10 maggio, che sono entrate in vigore le tabelle della nuova legge sulla droga. Quella legge denominata Fini-Giovanardi che dice che non esistono piu le droghe leggere e le droghe pesanti e che fissa con le tabelle i confini tra lo spaccio e il consumo personale. “E in questo caso la legge è chiarissima”, dice Giovanardi difendendo il provvedimento da lui fatto approvare. E spiega: «Per la cannabis si parla di spaccio quando si hanno cinque grammi. E’ evidente che per i due ragazzi di Davoli ci troviamo di fronte ad un eccesso di zelo dei nostri militari”.
 
 In realta la legge non sembrerebbe poi così chiara. Perlomeno a sentire il presidente della commissione che ha redatto le tabelle, il tossicologo Carmelo Furnari. Dice, infatti: «La nuova legge prevede più  parametri che le forze dell’ordine devono tenere presente per decidere se si trovano di fronte ad una sostanza per uso personale e per spaccio. Non soltanto quindi il principio attivo, ma anche il fatto che la droga posseduta fosse suddivisa in dosi”.
  L’hashish dei due ragazzi di Davoli era in effetti suddiviso in piccole dosi. «Ed è noto che tutti i pusher del mondo vendono in questa maniera le dosi di fumo», commenta Guido Blumir, sociologo esperto in materia, con all’attivo svariati volumi in tema di droga. Poi aggiunge: «E anche questo è un segnale importante che chi ha scritto e pensato la legge sulla droga non sa davvero nulla di quello che succede”. E la dichiarazione di Blumir apre la via ad un’autostrada di polemiche.
 
 Franco Corleone, ex-sottosegretario alla Giustizia e presidente del Forum Droghe: “Carlo Giovanardi è accontentato. Aveva detto: non si finirà in galera per uno spinello. E invece ecco qui: questo è destinato ad essere soltanto il primo di una lunga serie di casi. Per questo ripropongo con forza che uno dei primi atti del nuovo governo sia quello di abrogare, con un decreto legge, la Fini-Giovanardi”.
 
 E l’abrogazione per decreto diventa un coro. Giovanni Russo Spena, presidente del gruppo di Rifondazione comunista al Senato: “Questo arresto mostra in tutta la sua portata l’assurdità di questa legge, abroghiamola”. Luana Zanella, deputata dei Verdi: «La legge Fini-Giovanardi distrugge anni di elaborazione e impegno contro le tossicodipendenze: questo mostro giuridico voluto dalla destra allo scadere della scorsa legislatura deve essere abrogato al più presto”.
 
 Forte anche la protesta degli antiproibizionisti e di Mario Staderini, membro della direzione nazionale della Rosa nel Pugno: «Questo arresto evidenzia il pericolo delle politiche antiproibizioniste e il cortocircuito dell’attività di polizia”. E mentre Maurizio Gasparri di An definisce “strumentali” le polemiche nate attorno a questa vicenda, è il papà di uno dei due ragazzi che lancia un appello: “Quello che è accaduto è un vero dramma. Vi imploro, non create dei mostri, sono soltanto due ragazzi”.