RADICALI ROMA

Ater, la Regione dice alt a "svendopoli"

La Regione ci mette un freno. E dice stop alla svendita di case di pregio dell’Ater a Roma e nel Lazio. La giunta Marrazzo ha infatti approvato la direttiva che dispone la sospensione, per 60 giorni, della vendita della case popolari di proprieta’ Ater nella aree più qualificate del centro storico di Roma (zone A e B del Prg vigente). Nella stessa seduta, dopo una faticosa discussione, è stata approvata la proposta di legge regionale che prevede che per zone di pregio di tutto il Lazio (legge da approvare entro 60 giorni) ci sia una salvaguardia delle fasce sociali piu’ deboli.

SALVAGUARDATI I REDDITI BASSI – La proposta di legge approvata prevede inoltre che per chi abita nelle zone di pregio, ma abbia un reddito popolare (fino a 38mila euro per nucleo familiare e non oltre i 44mln di euro) continua a poter acquistare l’immobile facendo riferimento al valore catastale. Chi supera il reddito di permanenza all’alloggio potra’ acquistare l’immobile, ma facendo riferimento a valori di mercato. L’ulteriore passaggio e’ rappresentato da un Regolamento regionale, anch’esso definito oggi, da attuare, con il quale verranno graduate le fasce di reddito (da 0 a 42 mila euro e da 42 mila all’infinito) all’interno delle quali verra’ applicato un diverso prezzo di cessione. Anche il regolamento dovra’ essere emanato entro 60 giorni.

LA SODDISFAZIONE DI ASTORRE – “Molto soddisfatto del lavoro della giunta” si e’ detto l’assessore alla casa Bruno Astorre: “Abbiamo bloccato svendopoli e tutelato fasce sociali piu’ deboli che potranno continuare ad acquistare nelle zone di pregio. Chi supera il reddito potra’ acquistare a prezzo di mercato”. Soprattutto “la giunta ha affrontato il problema delle case di pregio – ha aggiunto Astorre a conclusione della riunione dell’esecutivo presieduto da Marrazzo – evitando la svendita del patrimonio pubblico. Inoltre ha opportunamente introdotto il concetto che serve una diversificazione per fasce redittuali e per situazioni socialmente deboli (ad esempio la presenza all’interno del nucleo familiare di un portatore di handicap)”. Astorre ha auspicato che ”in Consiglio regionale ci sia una discussione la piu’ rapida possibile, ma che al contempo arrichisca questa proposta di legge nel solco individuato”.