RADICALI ROMA

Attenzione alla trappola del luogo comune: Referendum troppo complicati?

di Diego Sabatinelli – da www.liberalcafe.it

Il Referendum è un’occasione di confronto solamente per una piccola élite di persone “informate sui fatti”, o uno degli strumenti più importanti che i cittadini, tutti i cittadini, hanno in mano per decidere direttamente e vivere finalmente la politica, come ormai non accade da tempo?

Evitiamo di cadere nella trappola della storiella sulle difficoltà dell’uomo comune di capire i quesiti referendari, di comprendere le conseguenze del voto, dell’accusa di carpire la buona fede del povero elettore ignorante che non ha gli strumenti adeguati per una decisione consapevole; una storiella messa abilmente in circolazione fin dalla prima batosta referendaria della storia repubblicana regalata alla classe politica più becera, retriva e reazionaria. La storiella, fin da allora, è fatta circolare ad uso e consumo dell’immutabilità del regime partitocratrico e clericale, preoccupato solamente di non perdere terreno, e quindi potere, davanti ad una stagione di confronto consapevole, al quale si preferiva la cieca violenza, sicuramente più gestibile e digeribile.

Siamo nuovamente concentrati sul “problema” falso della comprensione dei quesiti referendari da parte delle masse degli elettori, che puzza di elitarismo ormai desueto e mortificante, per chi ne fa uso, e si evita di concentrarsi sul vero problema: la mancanza di informazione quale connotato “naturale” del Regime al potere in Italia, oggi esattamente come ieri! Si gioca sul terrore di questa piccola “élite culturale” di vedersi superare dalla semplicità ed onestà di quell’elettore che semplicemente, una volta posto in condizioni di conoscere, è capace anche di deliberare. “Misera élite” trasversale ed onnipresente, consapevolmente fatta fessa e megafono, sempre pronta a richiamare il rischio delle mancanze degli elettori comuni, ma non le mancanze dei “nostri” media.

Mentre il piccolo elettore comune saprà deliberare sulla vita e la dignità delle donne e degli uomini rispetto alla dignità dell’embrione; sull’equiparazione dell’embrione di poche ore alla persona; sulla libertà e la dignità delle donne di non vedere il proprio corpo terreno per l’impianto obbligatorio di embrioni non voluti, rischiando l’aborto dopo, per salvare il “fratellino” embrione prima; sulla libertà di ricerca scientifica e la possibilità di trovare nuove cure per malattie gravi, spesso ancora incurabili, invece di vietare ed inaridire la ricerca qui, per renderla disponibile per pochi eletti altrove; sulla libertà per le donne e gli uomini di essere madri e padri con amore indipendentemente dal dato biologico, come sempre è stato.

Sono questioni su cui si può ragionare, confrontarsi, scegliere. Mentre sottolineo le ragioni del sì, altrove si pone l’accento sulle ragioni del no: questo è il confronto che non dovrebbe essere inquinato dal continuo contributo di chi riduce la posizione del cittadino a quella di un incapace a comprendere le implicazioni, sempre senza rilevare il problema degli organi di informazione quale ostacolo scientificamente posto sulla via del Referendum.

E’ in atto l’offensiva per spaventare “gli elettori fanciulli” con incubi popolati da mostri per impedire che vadano a votare per gli scienziati pazzi; offensiva che prevede di agitare la vita dell’embrione come sacra ed inviolabile, in attesa di veder battezzati ovuli e sperma quali genitori del piccolo fratellino embrione; e di tornare a parlare di paternità e maternità biologiche con battute e vignette squallide, irrispettose anche dei diritti ormai acquisiti da migliaia di figli che biologicamente non sono.

Tutto è destinato a fare in modo che su questi temi il fanciullo, agnello e pecora da pascere, non possa decidere: la scienza è male, il progresso è male, la modernità coincide con l’assenza di regole, il cittadino comune non è in grado di scegliere ma deve sentirsi inferiore davanti a questi temi…QUANTA CURA E PRECAUZIONE contro gli errori del nostro tempo e quanta cura e precauzione per mantenere il potere!

Diego Sabatinelli