RADICALI ROMA

Augias, la Chiesa tradisce il messaggio cristiano.

  La Chiesa unisce ciò che Cristo aveva diviso, con il suo gesto, rivoluzionario, esemplare. Quasi un’eutanasia teologica, la morte del figlio del Dio per la risurrezione dell’uomo, segnata a ferro e sangue sulla croce. E’ l’impressione che si ricava dalla telefonata con Corrado Augias, al ritorno da Parigi, parlando del tema dell’eutanasia e del suo ultimo libro, Inchiesta su Gesù. Chi era l’uomo che ha cambiato il mondo (Mondadori), scritta con Mauro Pesce. Gli argomenti sono l’eutanasia, la politica, la chiesa. Della “ben-morire”, Augias ne aveva parlato in tempi non sospetti, quando Giorgio Napolitano al Quirinale, autore di un vibrante intervento sul l’eutanasia, era un miraggio. Era l’inizio del 2006 e durante la sua trasmissione di Raitre, Storie, Augias annunciò di aver comprato in Olanda, per cento euro, il kit per l’eutanasia. In seguito alle polemiche, scrisse poi una lettera a Repubblica, dove tiene una rubrica con i lettori, che finiva così: «C’è nel suicidio consapevole responsabilmente esercitato (perché anche il suicidio può diventare una futilità) una traccia della virtò romana antica. Il desiderio di restare padroni di sé, di congedarsi dalla vita senza doversi vergognare». Ieri il giornale della Cei, Avvenire, lo attaccava, per l’acquisto della «indegna macchina».
 
 «E’ stato molto positivo l’intervento del presidente – dice Augias – quasi a rompere un tabù, perchè l’eutanasia è ancora un tabù. L’assurdo è che è tangibile un favore popolare sull’argomento: se ci fosse un referendum propositivo, come in Svizzera, passerebbe a larga maggioranza». Augias parla dal punto di vista del suo campionario. «Il pubblico di Repubblica forse non è indicativo della totalità degli italiani, ma ricevo moltissime lettere, anche personali, tutte favorevoli. Nessuna macchina in ernale, è cocktail di medicine che prima provocano un sonno profondo e poi la morte».
 
 Ma nessun “predicozzo” alla classe politica. «La sua cautela è giusta, in questo momento c’è il progetto del testamento biologico. Non dovrebbero esserci dubbi, su questo, e per fortuna Ignazio Marino, da cattolico ma anche da uomo di scienza, ha trovato un compromesso su cui intendersi. E’  un buon primo passo. Non si può andare al diretto scontro con le gerarchie cattoliche e chi le rappresenta, sennò finisce come per il referendum sulla procreazione assistita».
 
 Sul piano dei diritti civili, secondo Augias, lo scontro è asimmetrico: «Siamo di fronte a qualcosa di simile al divorzio e l’aborto: sono progressivi passi in avanti verso la libertà della propria vita. Ma lo scontro è asimmetrico: chi è in favore parla per sé, chi è contrario, invece, parla per tutti. Arroga una delega generale in base di pretesi principi morali superiori. Questa è la differenza morale e concettuale».
 
 Tutte le conquiste fatte in favore dei diritti e degli individui – sostiene Augias – sono stati fatti «contro la Chiesa cattolica. E’ una verità storica. La Chiesa cattolica, ed è un’aggravante, ha tradito il messaggio originale di Gesù, che era di tenere divise le sfere della politica e della spiritualità. Gesù ha rotto quella unità che era presente nel mondo antico, che vedeva unita divinità e politica: dai greci ai romani, agli egiziani. E Gesù, dividendo Cesare e Dio, ha scisso questa unità originaria. Da allora le due sfere si sono divise ulteriormente, fino all’apoteosi della dichiarazione del 1789. Tutte queste cose sono state fatte contro la Chiesa. Chiesa cattolica che ha tradito il messaggio di Cristo. Anche nel caso dell’eutanasia».
 
 Un messaggio che alcuni non hanno mai avuto. «Da questo punto di vista, l’Islam è un residuo del mondo antico. Come se questa religione nata nel deserto si fosse fermata a quel punto perché non ha mai maturato questa decisione che nella rivoluzione, di divisione delle due sfere».