RADICALI ROMA

"Basta alla città dell'automobile"

Roma è la città dell’automobile e le amministrazioni comunali e regionali non lavorano per creare una nuova cultura della mobilità. Questa la pesante accusa del neo comitato per l’ecomobilità a Roma e nel Lazio, nato dall’unione di più associazioni, tra le quali ‘Italia Nostra’, ‘Wwf Lazio’, Vas Lazio’, ‘Lac’, ‘Unilazio’. “L’auto sembra essere l’unica scelta – ha detto Irene Ortis di ‘Italia Nostra’ – Condizione che prosegue dagli anni ’60 e che rappresenta un modo sbagliato di gestire l’urbanistica”.

Critiche alla nuova Pontina, il cui progetto verrà firmato domani alla Provincia dal presidente Piero Marrazzo e dal ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro, definita “un’opera costosa, inutile e devastante”.
“Da 16 anni sono disponibili i finanziamenti per la messa in sicurezza della vecchia Pontina – ha dichiarato il comitato contro il Corridoio Intermodale Roma-Latina – Il nuovo progetto è la fotocopia della proposta di Storace, la stessa che la giunta Marrazzo aveva abbondantemente criticato nel programma pre-elezioni”.

Anche il parcheggio del Pincio è stato ripreso e accusato di fungere da incentivo all’uso delle auto. “Il Comune ha fatto marcia indietro, definendo l’opera come una riqualificazione utile ad accogliere i pullman dei turisti. Ma così facendo si va a congestionare ancor più il traffico – ha affermato Vittorio Sartogo, ‘Rosso verde’ – Non diciamo no alla costruzione di questo tipo di infrastrutture per spostarle altrove, diciamo no a questo tipo di cultura”.

Il comitato vuole essere ascoltato. “Abbiamo chiesto più volte di essere ricevuti dal sindaco Veltroni, ma non abbiamo mai ottenuto risposta – ha denunciato Renato Napoli – Non vengono così percepite le direttive dell’Unione Europea, quelle relative alla partecipazione attiva”.
“Arriveremo fino a Bruxelles, se necessario”, promettono. Per ora, si ritroveranno domani a protestare davanti alla sede della Regione Lazio, durante la firma del protocollo relativo alla Pontina. E per fine Novembre è prevista un’assemblea pubblica generale per contrastare “il libero arbitrio delle istituzioni”.