RADICALI ROMA

Bersani apre ad Auto-Abertis

Si riapre il confronto dentro il Governo sulla fusione Autostrade-Abertis. Domani si terrà una riunione a Palazzo Chigi che dovrà concordare la risposta collegiale da inviare ai commissari Ue Charlie McCreevy e Neelie Kroes. A rilanciare la possibilità di un sostanziale cambiamento di posizione del Governo italiano è stato ieri il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. «C’è stata una fase in cui si sono messi i puntini sulle i — ha detto Bersani —, adesso ci può essere una fase di colloquio».

 

 

 

 Per il ministro dello Sviluppo economico, da questa vicenda «non potrà non uscire una riconsiderazione generale nel sistema delle concessioni e quindi, lì dentro, in teoria tutti gli aspetti possono essere riconsiderati», compreso il divieto di avere degli azionisti costruttori. Non si esclude, insomma, che sia il Governo a rimuovere la norma contenuta nel Dpcm che vieta la presenza di costruttori nel nucleo stabile di controllo della concessionaria.

 

 

 

 Da Bruxelles, dove ieri ha avuto diversi incontri con rappresentanti della commissione (Mandelson, Hubner e Kallas), è intervenuta sulla questione anche il ministro per le politiche europee, Emma Bonino. «Non abbiamo alcun potere —ha detto — per impedire la fusione che è di esclusiva competenza della commissione Ue. Se, invece, c’è un problema che riguarda le concessioni quello va affrontato e risolto».

 

 

 

 I due percorsi — conferma dunque Bonino — seguiranno due diversi canali. Fin qui nessuna novità: come è stato detto fin dall’inizio anche da Antonio Di Pietro, da una parte c’è la fusione, su cui il ministro delle Infrastrutture non ha mai detto di voler intervenire, dall’altra la riconferma della validità della concessione, anche alla luce della fusione. Su questo secondo aspetto è stato espresso il diniego di Di Pietro.

 

 

 

 Le parole di Bonino segnalano, tuttavia, una leggera differenza rispetto a quanto emerso in passato. Il problema della concessione — dice il ministro — «va affrontato e risolto» nel suo ambito specifico: senza interferire nella vicenda della fusione. Semmai, aggiunge Bonino, «deve essere condotta una riflessione sulle concessioni, che nel caso delle autostrade riguarda 23 società». E ancora: «noi dobbiamo applicare le regole europee se non vogliamo essere sottoposti a procedure di infrazione».La riunione di Palazzo Chigi dovrà dire se le sfumature segnalate da Bonino e la più decisa volontà politica espressa da Bersani saranno sufficienti a spostare Di Pietro dalla difesa del suo “no”. Il Governo non sembra intenzionato a correre il rischio di un richiamo da Bruxelles. Il Ministro delle Infrastrutture si presenterà, comunque, con una posizione ancora rigida: ricordando, come fece all’inizio, che il problema non è vietare la fusione, ma se qualcuno sia disposto ad acquisire una società concessionaria con il rischio che la concessione decada. E c’è solo un modo per rispondere a questa domanda: eliminare la causa del “no”, quindi il divieto della presenza di costruttori nel capitale.