“Da quanto ad oggi è dato sapere sul bilancio approvato dalla giunta Veltroni, sembrerebbe che dei mancati trasferimenti da parte dello Stato verso il Comune di Roma, pari a circa 160 milioni di euro, se ne debbano fare carico “solo” i cittadini romani attraverso l’aumento delle tasse. Nell’attesa di avere il testo completo, mi auguro che Veltroni, per far fronte a questi tagli, abbia avuto il buon senso di ridurre drasticamente i “costi della politica”, costi che gravano pesantemente sia nella spesa corrente che in quella capitale.
Personalmente lancio tre proposte che spero di ritrovare nel testo: diminuzione drastica dei consulenti esterni e degli uffici di staff, abolizione del contributo di circa 80.000 euro che ogni consigliere comunale riceve per progetti di propria indicazione e ridimensionamento del numero dei consiglieri di amministrazione delle società partecipate del Comune.
Solamente qualora ci fossero tagli consistenti che colpiscano i “professionisti della politica” e una lotta seria contro gli sprechi, se ce ne fosse ancora bisogno – e ne dubito fortemente – sarei pronto ad appoggiare l’aumento delle tasse. Comunque sia tengo a precisare di essere sempre in attesa di qualche “volenteroso” che abbia il coraggio di aprire un dibattito serio sulle liberalizzazioni dei servizi pubblici, unico modo per frenare a Roma una spesa corrente e un debito pubblico che sembrano destinati ad una crescita permanente”.
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