Standing ovation per Enrico Boselli, standing ovation per Emma Bonino. Boselli che guarda al voto di primavera come al” battesimo elettorale” di una nuova forza politica e Bonino che dice alla platea socialista riunita a congresso a Fiuggi: «Siamo insieme adesso, lo saremo il 9 aprile e lo saremo anche dopo”. Boselli che viene riconfermato all’unanimità alla guida dello Sdi e subito dopo annuncia: “Non voglio interrompere la festa, ma penso che questa sia l’ultima volta che parlo dopo l’elezione a segretario”. E Bonino che invita pubblicamente a candidarsi alle politiche Umberto Veronesi (che nicchia) e Vasco Rossi (che fa sapere che intende rimanere una rockstar e però invita a votare la Rosa nel pugno). Storie e stili diversi, ma i due, giacca rossa lei, cravatta rossa lui, danno l’impressione di una squadra già ben collaudata. Insieme, socialisti e Radicali, correranno sotto il simbolo della Rosa nel pugno. Il via libera è stato dato all’unanimità dal congresso dello Sdi che si è chiuso ieri al Palaterme di Fiuggi. L’impegno è che il simbolo non venga archiviato dopo il voto ma continui a vivere per portare avanti battaglie ben precise: in primis, difesa della laicità dello Stato e dell’istruzione pubblica. Boselli lo dice a chiare lettere rivolgendosi direttamente a Prodi: “Noi non voteremo mai finanziamenti alle scuole private”, avverte il leader dello Sdi, aggiungendo anche, probabilmente consapevole del fatto che uno dei nomi che circolano per quel posto è quello di Rosy Bindi: “Non vorremmo che al ministero dell’Istruzione si mettesse un amico o un amica del cardinale Ruini”. E Bonino definisce “anacronistico” il Concordato, assicurando che “non c’è la volontà di imbavagliare la Chiesa”, ma quella di “eliminare privilegi” sì, compreso quello dell’8 per mille: “Quei soldi tornino allo Stato per la ricerca, la scuola, la cooperazione internazionale”. Istanze che la Rosa nel pugno è intenzionata a far valere quale che sia l’esito elettorale. “Se i cittadini ci daranno forza è anche con noi che dovrà fare i conti il prossimo governo”, dice la Bonino. Perchè se la leader Radicale attacca duramente il centrodestra, anche per il centrosinistra le critiche non mancano. L’accusa alla Cdl è di non garantire le libertà riconosciute in Spagna (Pacs), Stati Uniti (ricerca scientifica), Francia (pillola abortiva) o Olanda (eutanasia). A Pera rimprovera di essersi fatto “portavoce di Ratzinger”, visto quanto affermato dal presidente del Senato circa le vignette satiriche su Maometto, e a Berlusconi dice che “un po’ di decenza istituzionale farebbe bene anche a lei, oltre che al Paese”: “Ci manca solo che sostituisca Bernacca al servizio meteorologico. In nessun altro posto al mondo si è visto mai un presidente del Consiglio che canta da Fiorello e balla a Isoradio”.
Al centrosinistra, però, sia Bonino che Boselli ribadiscono che non li convince un cattocomunismo che vuole diventare egemone nel paese”. “Se così è noi saremo la vostra spina, le vostre tante spine nel fianco”, promette la prima. “Non va bene un compromesso storico bonsai”, manda a dire alle principali forze del centrosinistra il secondo, che pure distingue: “Nella Margherita come partito a prevalenza cattolica, vi è una ricorrente tentazione a mettersi in sintonia con le gerarchie ecclesiastiche. Nei Ds, invece, vi è stato spesso l’emergere di posizioni simili alle nostre. Per questo, quando vediamo timidezze da parte loro, noi dobbiamo esercitare una funzione di critica e di stimolo”. Ora, l’obiettivo è vincere le elezioni e dar corpo alla Rosa nel pugno: “La partita è truccata, e sgambetti non mancheranno anche a sinistra, perchè c’è chi ci vuole marginali. Mettetevi la spilletta col simbolo, portatela in giro, andateci anche a dormire” è l’invito della Bonino ai mille delegati socialisti che applaudono entusiasti. Per altre questioni, come le primarie per il Quirinale lanciate da Marco Pannella (“perchè no?”, è la semplice risposta di Boselli) con candidata Emma Bonino, c’è tempo.