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Bonino: siamo pronti alla fiducia per proteggere il decreto Bersani

Il Governo deve porre la fiducia sul decreto Bersani, non solo al Senato, dove la maggioranza di Centrosinistra è estremamente risicata, ma anche alla Camera. Per Emma Bonino, ministro delle Politiche comunitarie e del commercio internazionale, non ci sono molte alternative. Anche perché tra poco arriva il «Generale agosto» con la pausa dei lavori parlamentari. E in settembre dovrebbe invece partire la «fase due» delle liberalizzazioni per energia, poste, trasporti e assicurazioni.

 

 

 

 «Il pericolo è che gli interessi corporativi trovino ascolto in Parlamento: lo vedremo il 17 luglio, con la presentazione degli emendamenti. Io mi auguro che non ci siano cedimenti su questo fronte perché sono misure che fanno bene all’Italia ma non solo: ci avvicinano all’Europa. Con questi provvedimenti sgombreremo il campo da numerose infrazioni, da quella sulle tariffe minime per le prestazioni professionali a quella sulla vendita dei prodotti farmaceutici. Con la maggioranza così risicata, se il Governo vuole attuare il suo programma è difficile che non faccia ricorso al voto di fiducia».

 

 

 

 Anche alla Camera?

 

 «Io penso che ci siano gli estremi. Non dimentichiamoci che c’è anche agosto».

 

 

 

 Le categorie interessate dal decreto Bersani sono tutte sul piede di guerra. Le pressioni per aprire tavoli di trattativa sono forti.

 

 «Sono d’accordo con Padoa Schioppa quando dice che “concertazione non significa negoziato”. Trovo doveroso che il Governo ascolti tutte le parti interessate ma poi è il Governo che decide. Tra l’altro, in Italia manca del tutto il cittadino protagonista come consumatore e utente di servizi. Quando si aprono dei tavoli ci sono il governo da un lato e tassisti o avvocati dall’altro, categorie che hanno l’interesse a mantenere lo status quo, ma manca chi rappresenta gli interessi del principale fruitore. Ecco, io spero che questi provvedimenti siano anche una occasione per una espansione del concetto di cittadinanza».

 

 

 

 Quindi il decreto deve passare così com’è.

 

 «Io sarei andata anche più avanti. Adesso bisogna accelerare la seconda fase, nei settori già indicati da alcuni esponenti del governo (assicurazioni, poste, energia, comunicazioni, ndr). Dobbiamo guardare avanti, smantellando bardature corporative e liberando energie in settori asfittici».

 

 

 

 Quando potrà arrivare questa «fase due»?

 

 «Penso che il governo l’abbia in cantiere per la ripresa di settembre».

 

 

 

 Basteranno queste riforme?

 

 «Ai soliti scettici che sostengono che queste misure scalfiscono solo la superficie e quindi non sono vere riforme ma che il Paese ha bisogno di ben altro, rispondo che questa è una scossa salutare di cui la nostra economia ha invece enorme bisogno: le misure pro concorrenza fanno muovere l’economia e sprigionano le forze del mercato, aprendo spazi ai giovani, alle donne e agli italiani di nuova cittadinanza».

 

 

 

 Questi sono i giorni della vittoria del mondiale. C’è un curioso quanto serio dibattito sui possibili benefici di questa vittoria sulla nostra economia. Lei che si occupa di commercio estero, prevede impatti?

 

 «Mi basterebbe l’effetto psicologico. La squadra ha dimostrato carattere malgrado partisse da una condizione di certo non facile, con tutte le polemiche legate allo scandalo del calcio. D’altra parte, la risorsa umana è la nostra forza».