RADICALI ROMA

Boselli: D'Alema sbaglia, sul Concordato vado avanti

  Enrico Boselli è soddisfatto: ha appena chiuso i lavori del consiglio nazionale dello Sdi e la “rosa nel pugno” vedrà la luce ufficialmente alla fine della settimana.

 

 

 

 Onorevole Boselli, Massimo D’Alema in un’intervista all’Unità sostiene che è stata tutta colpa dei giornali, che quella sulla revisione del Concordato era solo una battuta amplificata a dismisura dalla stampa.

 

 «Sbaglia: non ho fatto nessuna battuta e non ho commesso neanche una “gaffe”, se si vuole in realtà intendere questo. Io ho posto un problema serio. La “questione vaticana” avrebbe dovuto chiudersi con il Concordato, e invece non si è chiusa affatto: alcune gerarchie ecclesiastiche interferiscono nella vita politica del nostro Paese come non è mai accaduto in nessun’altra nazione europea. La Cei ha svolto un intervento costante e continuo in Italia: nel referendum sulla fecondazione assistita Ruini si è comportato da segretario di partito. La Cei è liberissima di fare politica, ma poi deve sapere che vi sono delle conseguenze, e la prima di queste conseguenze riguarda la discussione del Concordato».

 

 

 

 Ma il presidente dei Ds lancia un appello al senso della misura.

 

 «Quell’appello va rivolto alla Cei. Il senso della misura dovrebbe averlo il presidente della Conferenza episcopale italiana. Invece, oltre a intervenire sul referendum, ha fatto un’entrata a gamba tesa quando Romano Prodi ha giustamente sollevato il problema dei diritti civili per le coppie di fatto. Diritti che vengono sanciti in tutta Europa, eccezion fatta per la Grecia, l’Islanda e l’Italia…».

 

 

 

 Onorevole Boselli, D’Alema dice anche che l’Unione non deve offendere il mondo cattolico.

 

 «E chi lo offende? Abbiamo tanti cattolici nello Sdi. Non si sta discutendo di questo: io parlo delle gerarchie ecclesiastiche. Comunque la verità è un’altra: io sono veramente sorpreso per gli ostacoli che vengono posti ai radicali. Questo non è accettabile. Non mi pare che nessuno abbia aperto bocca o fatto appelli alla prudenza quando un partito dell’Unione ha chiesto l’abolizione della proprietà privata. Ci vuole veramente senso della misura: questa volta lo dico io. Non ci si può dimenticare che la storia radicale ha accompagnato tutta la storia italiana delle grandi battaglie per il diritti civili: il divorzio, l’aborto…».

 

 

 

 Allora lei insiste, altro che battuta.  «Già: io penso che ci sia un vero problema nel nostro Paese e che il nostro primo obiettivo sia quello di difendere la laicità che è stata messa pesantemente in discussione».

 

 

 

 Concretamente che cosa significa questo?

 

 «Concretamente significa che nel programma dell’Unione la difesa della laicità deve essere messa nero su bianco. Ce n’è bisogno, tanto più se si pensa che l’Ulivo è andato in crisi proprio sulla laicità. Rutelli rifiutò la lista unitaria e subito dopo fece un intervento durissimo contro i referendum sulla fecondazione assistita. Ma nel programma vogliamo anche qualcos’altro».

 

 

 

 Cosa?

 

 «La difesa della scuola pubblica deve essere uno dei punti principali del nuovo programma. Non si può continuare ad aggirare la Costituzione con le scuole private come si è fatto finora. Peraltro noi siamo contrari alle scuole confessionali. Vogliamo forse riempire il Paese di scuole cattoliche… islamiche? Sarebbe questa l’integrazione?».

 

 

 

 Nel centrosinistra i radicali vengono accolti con una certa freddezza, ma anche Bobo Craxi la mette in guardia dal non annacquare il socialismo nel mare radicale.

 

 «La rosa nel pugno, il nostro nuovo simbolo, rappresenta bene sia la storia socialista che quella radicale. Tra l’altro è il simbolo dell’internazionale socialista e di molti partiti socialisti europei. Comunque noi dobbiamo far nascere una forza nuova che non guardi al passato, ma che si occupi dell’Italia di oggi».

 

 

 

 Detto ciò, par di capire che il film di un vertice dell’Unione con Marco Pannella non verrà mai trasmesso sugli schermi della politica italiana.

 

 «Lei sbaglia. Tra l’altro con la nuova legge elettorale proporzionale (che pure noi contrastiamo) il rapporto non è più tra Prodi e un unico soggetto politico, ma tra Prodi e le diverse liste elettorali del centrosinistra, quindi anche con la Rosa nel pugno dove c’è Pannella. Tutti nel centrosinistra dovranno fare i conti con questa realtà».

 

 

 

 Ma veramente Pannella parteciperà ai vertici dell’Unione?

 

 «Vedrà Pannella ai vertici, stia sicura. Appena la “Rosa nel pugno” si costituirà ufficialmente, alla fine di questa settimana, certamente lo vedrà».