RADICALI ROMA

Boselli: ho voluto io la Bonino ministro, Pannella? Non nui cambierà

Ma quale prognosi riservata! La Rosa nel pugno, se ha una crisi, è una crisi di pessimismo. Enrico Boselli, segretario dei Socialisti Democratici, guarda al futuro del patto con i Radicali e sorride, sereno: «Prendiamo i primi nove mesi di vita della Rosa. Ha alzato il tasso di laicità nel governo. Qualche esempio. Le decisioni firmate da ministri come Bindi, Pollastrini, Mussi, Turco. E il varo delle prime liberalizzazioni economiche. Poi, la Rosa ha permesso ai socialisti di camminare in avanti senza la testa rivolta al passato, al disastro di Tangentopoli. E ha permesso ai radicali di tornare in Parlamento dopo dieci anni e di entrare per la prima volta nel governo del Paese. Con Emma Bonino, che stimo molto e io stesso ho proposto».

 

 

 

 Insomma, dice Boselli, l’influenza della Rosa nel pugno in questi mesi è stata molto superiore al risultato elettorale. Allora perché questo inelegante scambio di accuse, i socialisti che accusano Pannella di decidere in solitudine, Villetti che si dimette da capogruppo alla Camera perché i radicali volevano che tutto venisse deciso nella segreteria del partito. E Pannella che accusa i socialisti di essere presenti soprattutto in tv… «Io — dice Boselli — non risponderò alle polemiche con altre polemiche. Su questa strada, l’unico risultato sarebbe la sfioritura della Rosa». Emma Bonino ha detto al Messaggero che voi siete insofferenti ai loro digiuni e loro mal sopportano i vostri riti, «tipo che il sabato e la domenica, o la sera, non si fa nulla». Pannella ha detto che lei, Boselli, «regna attraverso l’assenza… ». Boselli riflette: «Ecco, penso che il numero di ore trascorso ai microfoni di Radio Radicale non sia un metro per misurare l’impegno politico. La crisi è proprio qui: la passione politica di socialisti e radicali è la stessa, i modi sono diversi». E spiega: i radicali sono abituati a gesti individuali che drammatizzano, come gli scioperi della fame; oppure, considerano la partecipazione politica come puro e semplice contatto via radio con i cittadini, ai quali Pannella annuncia le campagne, senza alcun confronto preventivo.

 

 

 

  Boselli ammette che c’è malessere tra i socialisti. E probabilmente anche tra i radicali. Allora, ci sarà qualcosa da fare? «Non posso impedire a Pannella di avere il suo stile. E lui non potrà cambiare il mio. Io credo che la Rosa non debba avere un supervertice nazionale che decide ogni mossa, che dà indicazioni al membri del governo e all’ultimo consigliere comunale, con una centralizzazione assoluta. Al contrario, va creata una forza federata in cui ognuno mantenga il suo metodo politico. E che accolga anche associazioni, movimenti, club esterni a radicali e Sdi». E il leader? «Il limite è questo: almeno in una prima fase non ci potrà essere un leader unico».

 

 

 

 A tratti, Boselli sembra parlare di una terapia di coppia, come quando dice: «Se non ci accettiamo come siamo, se non prendiamo atto delle diversità, andiamo a sbattere contro un muro. E sarebbe assurdo, perché i nostri obiettivi politici sono comuni, comune è la visione del Paese, comune la voglia di rinnovare la sinistra». Si poteva parlare di più, no? Pannella sostiene che da quindici giorni chiede una riunione della segreteria, da 45 giorni la convocazione della direzione. Nessuna autocritica, Boselli? «Sì, dovevano esserci più occasioni… Ma vale per tutti: ho scoperto l’ultimo digiuno leggendo i giornali».

 

 

 

 Venerdì è in agenda l’esecutivo Sdi: «Decideremo come continuare con la Rosa, non se continuare». Quindi, niente spazio per chi ha cercato di attrarre i socialisti in lite con i radicali. Bobo Craxi ha riparlato di «unità dei socialisti». Boselli è imperturbabile: «L’unità socialista si fa scommettendo sul futuro e non sul passato. Non si realizza mettendo assieme gli ex iscritti al Psi e al Psdi». Franco Monaco (Margherita) ha detto che il futuro Partito Democratico sarebbe la casa politica naturale dello Sdi. Boselli non si scompone: «Il Partito Democratico è una prospettiva di grande interesse per socialisti e radicali e non credo possa nascere senza Rosa nel Pugno. Piuttosto, la lista Ds-Margherita non ha ancora affrontato nessuno dei nodi che hanno messo in crisi l’Ulivo un anno fa…».